Gazzetta di Modena

Intervista

Modena. Francesca Reggiani e il “gattamortismo” monologhi sull’Italia di oggi

di Nicola Calicchio
Modena. Francesca Reggiani e il “gattamortismo” monologhi sull’Italia di oggi

03 febbraio 2023
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Modena “Gatta morta” è il titolo dello spettacolo che Francesca Reggiani porta stasera, alle 21, al Teatro Michelangelo di Modena. L’ultimo lavoro della cabarettista, comica, imitatrice e attrice, uno one-woman-show di 90 minuti scritto da lei stessa insieme a Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli, schiera sulla scena attualità, costume, informazione e politica con la consueta verve comica e incandescente che è cifra distintiva della Reggiani. Tra brucianti monologhi e ciniche riflessioni, sfilano sul palco nuovi personaggi come Ilaria Capua, “perché senza virologi oggi non c’è show”, e interpretazioni ormai familiari come Concita De Gregorio in quota al giornalismo, Vittorino Andreoli, psichiatra che ci aiuterà a capire i tempi che viviamo.

La Reggiani prende come pretesto la caratteristica principale della gatta morta, ovvero la capacità di manipolare gli altri, per alzare il sipario su un diario di quotidiane follie e raccontare l’incerto confine tra vero e falso, sentimenti e risentimenti, buoni visi e cattivi giochi e vivere il teatro come terapia alle sabbie mobili del nostro tempo. Lo spettacolo andrà in onda sabato domani, dopo la mezzanotte, sui Rai 3 e segna il ritorno dell'attrice in televisione. Reggiani, “Gatta morta” è un monologo che mette insieme attualità e costume, informazione e politica. E' così? «Ma anche seduzione. Io ho un esercito di amiche che, quando si lasciano, non si fidanzano per anni mentre i mariti fanno tutto l'opposto e cercano subito una compagna anche se sono più grandi di età. Ho pensato di fare una lezione di gattamortismo a queste signore. E' uno spaccato su quelli che sono i rapporti e le dinamiche tra uomo-donna».

Può spiegare cosa è il gattamortismo oggi?

«Io mi sono circondata di casi clinici. Ho per amiche quasi tutte donne intelligenti, brave e piacevoli ma non trovano un uomo neppure a pagarlo a peso d'oro. Mi chiedo come è possibile? Il gattamortismo oggi è fare un po' le furbe ed io faccio una specie di lezione in modo di portare a casa il risultato. Se il gattamortismo lo attua un uomo diventa un seduttore, se invece lo fa donna gli appioppano subito questa accezione negativa».

Un po' la fotografia della società di oggi?

«Per esempio il lockdown, di cui voglio parlare il meno possibile, ha determinato il 40% in più dei divorzi. Questo proprio a causa della convivenza forzata e tanta gente non ha retto alla dinamica e le coppie sono scoppiate. Succede poi che i mariti si rifidanzano in poco tempo mentre le donne aspettano e sperano. E, siccome sono tutte donne colte, brave e in gamba, patiscono la solitudine».

Protagoniste dello spettacolo sono le pari opportunità?

«Anche le pari opportunità ma è uno sguardo realistico sul momento difficile dalla quale veniamo. Al Michelangelo proporrò uno spettacolo rimodernato perché la realtà cambia molto velocemente. Chi non potrà venire al teatro ricordo che sabato 4 febbraio, dopo mezzanotte, andrà in oda lo spettacolo registrato qualche mese fa, quando la Meloni non era ancora Presidente del consiglio. A Modena poterò nuovi personaggi e nuovi ruoli perché una cosa è essere onorevole e un'altra Presidente del Consiglio».

E' vero che il titolo dello show è un omaggio a Gigi Proietti?

«L'unica sicurezza che abbiamo noi attori è la precarietà ed ho pensato di raccontare il provino che ho fatto con Gigi e di come poi ho iniziato a fare televisione. Un omaggio ad una persona che ha dato tanto allo spettacolo». In questo spettacolo lei tocca diversi temi e spinge gli spettatori a riflettere lanciando degli input. «Certo. Il teatro è fatto per lanciare flash di riflessione. Siccome noi abbiamo avuto degli anni particolarmente complicati è importante strappare al pubblico un sorriso ironico senza offendere nessuno. Questo è il mio compito».

Il suo ritorno a Modena?

«Mio nonno era di Nonantola e Modena è una città in cui mi sono trovata sempre molto bene. Ci sono stata varie volte in passato ed è sempre un piacere ritornarci perché si respira ancora l'aria di una provincia ricca di cultura. E' bello ricordare il Natale passato da queste parti, quando mio nonno ci faceva crescere a zampone e cotechino. L'eredità modenese la porto sempre con me». l