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L'iniziativa

Modena Piccoli grandi sindaci d’Italia Politica e impegno tra la gente

Modena Piccoli grandi sindaci d’Italia Politica e impegno tra la gente

Giovedì 27 il libro con La Gazzetta di Modena, le storie dei primi cittadini modenesi ed emiliani che hanno fatto la storia delle nostre comunità

26 aprile 2023
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Con la Gazzetta di Modena da domani, 27 aprile, : “Piccoli grandi sindaci d’Italia. Sogni idee, passioni che hanno fatto la storia del ’900”, 270 pagine, 9,50 euro più il prezzo del quotidiano. 
«Un libro sui sindaci, non quelli famosi, ma nemmeno quelli qualsiasi (...) che senza tanti clamori hanno investito i loro sogni e le loro passioni in un’Italia che si rimetteva in piedi dalle ferite del fascismo» scrive il giornalista Gianni Giovannetti che con lo scrittore Matteo Porru ha curato il volume. Una raccolta che propone le storie di 28 uomini e donne che si sono impegnati nella «Buona politica, mettendoci la faccia in un rapporto diretto con la gente» sottolinea nella prefazione Antonio Decaro, presidente nazionale dell’Anci.
 
Un ampio spazio è riservato a sindaci che hanno fatto la storia dell’Emilia-Romagna. Si racconta il segno lasciato a Reggio Emilia da Cesare Campioli, il sindaco della Liberazione che con il suo coraggio riuscì a frenare la brutalità della polizia negli incidenti del 7 luglio 1960, quando sull’asfalto della piazza restarono cinque persone che manifestavano contro il governo Tambroni.
 
E si rievoca lo spirito innovativo di Renzo Bonazzi, uomo di cultura che portò la città verso il progresso dopo avere sfidato, da ragazzo, Giovannino Guareschi e il suo Don Camillo in un infuocato dibattito. Di Modena si parla lungamente attraverso la figura di Alfeo Corassori, antifascista che conobbe il carcere e che diventò sindaco quando ancora si combatteva. Sua l’azione che traghettò la città fuori dallo sfacelo della guerra proiettandola verso orizzonti di libertà.
 
Ma sindaco combattente fu anche Mario Ricci, che scelse il nome di battaglia Armando, in onore del fratello morto sui Balcani. Nel libro si racconta anche la parabola di Mario Del Monte, sindaco degli anni Ottanta a cui oggi è intestata una fondazione. Il sindaco della modernità che non smise mai di essere anche un militante comunista, tanto da trovare la morte per un malore dopo un turno di guardia notturno alla festa dell’Unità
 
E c’è Lorella Zeni, la diciottenne sindaca di San Possidonio, che si rivelò donna energica e combattiva.
 
Di Ferrara si ricorda Luisa Gallotti Balboni, prima donna sindaca di un capoluogo di provincia, alla quale la macchina governativa italiana tentò di scippare l’elezione.
 
Donna di cultura, dedicò i propri sforzi all’istruzione e all’infanzia. Importante il ruolo di Giorgio Franceschini, avvocato profondamente antifascista, che dalla base stessa venne indicato come sindaco di Masi Torello e che in età avanzata ebbe la gioia di vedere il figlio Dario diventare segretario del Pd. A Imola il sindaco che si ricorda è Amedeo Ruggi, che salvò la vita a una famiglia di ebrei e che convocò Enzo Ferrari per decidere le sorti dell’autodromo. 
 
Nell’introduzione il giornalista e scrittore Ferruccio de Bortoli scrive: «Questi sentimenti di solidarietà, il senso del dovere, la predisposizione al sacrificio anche personale a servizio della propria comunità, li ritroviamo tutti in questo libro. “Piccoli e grandi sindaci d’Italia” è anche il racconto dell’adolescenza di una democrazia, del crescere di uno spirito repubblicano, del fiorire di un senso civico che hanno come protagonisti le prime e i primi cittadini. Il filo rosso che unisce le loro vite è quello dell’impegno e della responsabilità». 
 
«Lo Stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese. La ricchezza sta nel luogo in cui si vive. La malattia della politica è la lontananza dalle comunità» è la frase del volume di Angelo Vassallo, sindaco pescatore ucciso dalla camorra, la migliore sintesi di queste storie di dovere e altruismo. l