Gazzetta di Modena

La mostra

Modena. Mosaici di ceramiche frantumate e sagaci racconti col segno a china

Michele Fuoco
Modena. Mosaici di ceramiche frantumate e sagaci racconti col segno a china<br />
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Al San Paolo, fino al 9 luglio, le parigine Séverine Gambier e MadMeg

30 giugno 2023
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Atmosfera parigina nel Complesso San Paolo per la mostra di Séverine Gambier e MadMeg, le cui opere sono in permanenza nella “Ville Lumière”, presso il Museo Halle Saint Pierre che, da anni, si occupa di arte “irregolare”, quella di bravi autori mai integrati nel sistema dell’arte ufficiale che gravitano attorno alla rivista Hey che organizza mostre. In questo museo, a pochi passi dalla Basilique du Sacré Coeur, Andrea Losavio della galleria D406 ha scovato le due artiste che espongono, fino al 9 luglio, i loro lavori nell’ex chiesa San Paolo e nella Sala delle Monache, in via Selmi 63. Due generazioni a confronto (Gambier 62 anni, MadMeg 44) , il cui lavoro si svolge su un piano creativo esperto e consapevole. E a quattro mani hanno realizzato due opere. Afferma un criterio di selezione dei materiali Séverine Gambier che opera con la ceramica antica di fine’800 e primi decenni del’900. Si tratta di piatti di ceramica faentina che l’artista compra nei mercatini o su internet, li frantuma con le pinze per poi ricomporli, assemblandoli, come minuziose tessere di mosaico su tavole di legno, cercando di recuperare la profondità di storie e di memorie. Straordinaria la raffinatezza e leggerezza d’immagine, di invenzione immaginifica, che riporta al centro un personaggio spesso della storia, come la zarina Alessandra e lo zar Nicola “giustiziati” durante la Rivoluzione Russa. Nella minuziosa elaborazione formale prendono vita anche tante altre figure, una miriade di creature, come presenze domestiche, militari, ma anche decorative. È l’artista a scegliere e a organizzare l’infinità varietà di materiali che manifestano ancora una forte ragione di esistenza. Per la Gambier è come testimoniare la propria presenza all’interno di queste nuove ceramiche, ricomporre dalla frammentazione la propria vita.

Infatti Séverine sostiene che «il mosaico si è imposto come medium provvidenziale» e si chiede: «Come evocare al meglio nei tempi mischiati e nella confusione dei sentimenti, le ferite della storia e le cicatrici della propria vita? ». Tra le sue opere il trittico presentato all’expo presso il Museo della Ceramica di Limoges.

Meticoloso, sapiente è il segno che MadMeg impiega esclusivamente con la china nera su carta. Un operare antico con la “plume” intinta nel calamaio. Quasi miracoloso il pennino capace di dare vita ad enormi disegni di grande impatto (ci sono anche i taccuini) e spettacolarità, con contenuti di denuncia sociale, politica e culturale. «Mai vista – dice Losavio curatore, con Rodolfo Gasparelli, della mostra – tanta bravura. Alla rara capacità tecnica si unisce quella di pensiero e di cultura, con attenzione all’arte del Nord Europa. I suoi sono proclami politici, anche feroci, lavori di denuncia sociale, in una visione di stretta attualità, come il quadro sul Covid». Evidenti i richiami al quadro “la battaglia tra la quaresima e il carnevale” di Bruegel che le consente di costruire la scena dello scontro tra pro e anti-vaccino. Le figure sono le stesse, ma vengono attualizzate. Così gli infermi di Bruegel si presentano intubati, perché malati di Covid. Ci sono 38 noti personaggi francesi e non poteva mancare il presidente Macron collocato in tutte e due le fazioni per indicare la “doppiezza” dei politici. Macron è anche nel quadro “Le Martyre des Gilets Jaunes”, Diverse le opere dedicate al “Patriarca”, perché l’artista (mostra al Museo di Nancy) è femminista militante e contesta le radici della visione della storia, con il dominio dell’uomo “patriarca” presentato con il repellente muso di insetto, da schiacciare. Ecco gli “ingegneri” in missione al Polo Nord per modificare il clima, ma muoiono, Il tappeto sui cui sono seduti riporta immagini delle conseguenze del comportamento umano sul clima. Da segnalare anche “la lezione di pornografia” con rimandi ad un quadro di Rembrandt. «Sul tavolo – rivela l’artista – il corpo femminile non ha testa né capelli in riferimento ai corpi frammentati e mutilati della pornografia. La diposizione del tavolo ricorda il cannibalismo. È una visione brutale e cruda della predazione che gli uomini esercitano sulle donne». Ricordiamo che sabato 8 luglio, alle 22, l’artista Alice Padovani terrà la performance “Deimatico”, e a seguire concerto “Tre Movimenti al Nero” con Le Piccole Morti.