Gazzetta di Modena

La rassegna

Ert, il cartellone a Modena è un filo che lega il teatro al mondo

Andrea Marcheselli
Ert, il cartellone a Modena è un filo che lega il teatro al mondo<br type="_moz" />

Presentata la stagione di Storchi, Dadà e Passioni

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Modena Sono belle notizie quando senti di teatri che riaprono, di sale che si tornano a riempire, quasi a prescindere (sono circa 4000 gli abbonamenti “al buio”, cioè effettuati prima ancora di conoscere i cartelloni, prenotati dagli spettatori di Emilia Romagna Teatro, e di questi oltre 1500 a Modena).

D’altronde Ert, ha detto l’assessore Andrea Bortolamasi alla presentazione della nuova stagione di prosa ieri, allo Storchi, è «anima del nostro territorio che va al di là delle sole arti performative, per le azioni e le radici che ha saputo sviluppare in città». Di certo, non fanno che piovere riconoscimenti a quello che si conferma primo teatro nazionale - certifica il Ministero - per qualità e volumi, così come primo in Italia si è affermato il suo progetto di teatro/danza “Carne”.

Con notevole soddisfazione, pertanto, ha aperto la presentazione Giuliano Barbolini, presidente di Ert Fondazione, annunciando fra l’altro la riapertura della “Sala piccola” del Nuovo Teatro delle Passioni e la definitiva riapertura del Dadà di Castelfranco. Partiranno poi, con contributi regionali, lavori di riqualificazione e adeguamento sismico dello Storchi, ma senza che ne risenta la programmazione. Tutte notizie confortanti che hanno reso più di sostanza che di prammatica gli interventi di Bortolamasi e dell’assessore di Castelfranco Emilia Leonardo Pastore. Viceversa, qualche ombra resta ancora a proposito del Teatro Fabbri di Vignola, che dovrebbe comunque ripartire, ma di questo trattiamo a parte. L’intervento più sostanzioso peraltro non poteva che essere quello di Valter Malosti, direttore di Ert, cui è spettato presentare una programmazione che si coglie subito come incentrata su una contemporaneità aperta ad un’ampia pluralità, ricca di spettacoli che possano essere fruiti dal pubblico più variegato.

Un pubblico che già lo scorso aveva ritrovato i numeri pre-covid, e con gli ultimi dati si preannuncia in potenziale ulteriore crescita. Entriamo allora nel vivo di un cartellone che partirà davvero col botto: il 2 ottobre infatti Umberto Orsini riaprirà lo Storchi con “Luchino. Visconti secondo Testori”, biografia-racconto dell’incontro fra due grandissimi del nostro Novecento che l’attore ha incrociato nella propria straordinaria carriera e ora ripropone leggendo pagine della biografia ritrovata ed edita da Feltrinelli. Uno spettacolo a cura di Giovanni Agosti il cui intero incasso, oltre al compenso di Orsini, su richiesta dell’artista verrà interamente devoluto agli alluvionati emiliano-romagnoli.

Sarà pure il primo capitolo di una trilogia testoriana che avrà un seguito al Nuovo Teatro delle Passioni. Come a suo tempo annunciato, sarà invece Nanni Moretti ad inaugurare la stagione in abbonamento, coi “Diari d’amore”, due commedie (“Fragole e panna” e “Dialogo”) di Natalia Ginzburg, per il suo esordio quale registra teatrale, con un gruppo di interpreti di grande spessore capitanati da Valerio Binasco e Daria Deflorian.

A seguire, una serie di spettacoli ognuno dei quali caratterizzati da elementi di sicuro interesse come “Mon Absent” di Pascal Rambert in prima nazionale, la “Fedra” di Racine rivisitata da Federico Tiezzi, con Elena Ghiaurov, il dittico di storia contemporanea: “De Gasperi: l’Europa brucia” di Angela Dematté e Carmelo Rifici, con Paolo Pierobon, e “Giacomo”, progetto di Elena Cutugno e Gianpiero Borgia su Giacomo Matteotti. Poi, due filoni dominanti: quello shakespeariano, con “La Tempesta” riletta da Alessandro Serra, “Antonio e Cleopatra” di Valter Malosti, “Nothing” di Michela Lucenti, “Il Mercante di Venezia” con Franco Branciaroli; e quello pasoliniano: “Calderon” di Fabio Condemi e “Scopate sentimentali” di Filippo Timi. Spazio poi alla commedia “di qualità”, testimonianza di un genere troppo spesso ingiustamente classificato minore, in Italia, con “Hybris” di Antonio Rezza e Flavio Mastrella e “La macchina comica” di Natalino Balasso per l’ultimo dell’anno.

"L'interpretazione dei sogni" secondo Stefano Massini, "Cuore di burattino" di Gabriele Vacis con Lella Costa, il De Andrè di Neri Marcorè e ancora Mario Perrotta e il duo Bertoni/Abbondanza completano un cartellone decisamente ricco, cui si aggiungeranno un progetto "site-specific del due Cuocolo-Bosetti e quattro "mini allestimenti" presso il Ridotto. Tanta carne al fuoco, dunque, come pure al ritrovato Dadà, che in omaggio a Michela Murgia riproporrà l'"Accabadora" con Anna Della Rosa, poi "Il Capitale" di Kepler-452, "Davidson" di Maurizio Camilli e Michela Lucenti, "Le serve" di Genet diretto da Veronica Cruciani, gli ultimi spettacoli di Paolo Rossi, degli Oblivion e di Emanuele Aldrovandi, oltre alla possibilità di andare all'Arena del Sole e allo Storchi per lo spettacolo di Nanni Moretti e l'"Antonio e Cleopatra" di Malosti.

Che scrive: «Tra teatro e mondo corre un legame magnetico. La programmazione di una istituzione teatrale non può che essere il sismografo che rende percepibili le tensioni tra questi due poli». Diciamo che il suo progetto per la stagione a venire ne palesa una chiara coerenza