Modena ritrova il teatro contemporaneo
La “Sala Piccola” all’ex Amcm pronta ad ospitare attori e spettatori
Modena La notizia forse più importante fra le tante giunte nella conferenza stampa di presentazione della nuova stagione di prosa di Ert è quella della apertura del Nuovo Teatro delle Passioni. Meglio, della sua “Sala Piccola”, giacché il progetto prevede la realizzazione di una ulteriore sala molto più grande che dovrebbe portare la struttura ai livelli di tanti teatri europei dedicati al teatro contemporaneo, con annessa tutta una serie di spazi funzionali alla realizzazione dei diversi progetti che potrebbe contenere.
È una cosa che si attendeva da un po’, per ora accontentiamoci, anche perché questo spazio ha consentito alla direzione artistica di allargare gli orizzonti della programmazione nella direzione di quel teatro che non può avere i numeri di uno Storchi e quasi sempre necessita di spazi assai differenti. L’apertura sarà notevole, con la prosecuzione del progetto Testori che qui porterà le “Maddalene (da Giotto a Bacon)” secondo l’interpretazione di Valter Malosti e “Erodias+Mater Strangoscias”, due dei “Tre lai” riletti da Sandro Lombardi che ora affida all’interpretazione di Anna Della Rosa.
Spazio, poi, a vecchi conoscenti dell’ambiente delle Passioni come Ermanna Montanari e Marco Martinelli (“Madre”, che propone l'incontro fra la Montanari e due artisti quali il pittore Stefano Ricci e il musicista Daniele Roccato), ma anche ai sorprendenti progetti come Arte e Salute di Nanni Garella e come i lavori del Teatro dei Venti con le Case circondariali di Modena e Castelfranco Emilia.
Il Balletto Civile di Chiara Taviano proporrà “How to perfectly hide”, Kepler-452 “Il Capitale”, con in scena operai del Collettivo di fabbrica GKN.
Massimiliano Civica impegnato nel beckettiano “Giorni felici”, Natalino Balasso che guida un Laboratorio teatrale sulla comicità diretto agli allievi del corso di Alta Formazione della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro, Anna Ruozzi che dirige “4000 miglia” di Amy Herzog, premiato con l’Obie Award quale miglior testo del circuito Off Broadway nel 2011 e finalista del premio Pulitzer per la drammaturgia nel 2013, “Fathers” del Collettivo Heart, “Se ci fosse luce” di Francesca Garolla, che parte dalle domande rimaste aperte, soprattutto sul piano etico, circa la vicenda del rapimento di Aldo Moro, “Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro” di Emanuele Aldrovandi riempiono un cartellone che a Modena mancava da alcuni anni e pone le basi per una riapertura ad orizzonti che sembravano perduti.
Se è divenuto Teatro Nazionale Ert lo deve tanto al mondo che si era creato attorno alle vecchie Passioni, che avevano proiettato Modena ben oltre i confini nazionali.
Ora riparte l’avventura di cui tutti coloro che amano il teatro pativano l’assenza forzata. La speranza è che le istituzioni non dimentichino quanto sostenuto dall’assessore Bortolamasi, quando scrive che "serve un disegno complessivo di città che vede la cultura e i suoi linguaggi centrali", dopo aver lodato “la vitalità e la vivacità culturale di Ert come piazza di idee, di confronto, di condivisione. Non un semplice teatro ma un’agorà pubblica, uno spazio di cittadinanza, di elaborazione, di pensiero”. Quello che nella storia del teatro italiano, non solo modenese, è sempre stato innanzi tutto il Teatro delle Passioni.