Modena. Splendidi codici miniati all’Estense, esposta la Bibbia di Borso
Le preziosissime opera in mostra fino al 14 ottobre alla Biblioteca Universitaria
Ora si può ammirare la Bibbia di Borso d’Este, preziosissimo codice miniato, custodito con particolare cura dalla Biblioteca Estense Universitaria. L’occasione è data dalla mostra “Parole sacre. Tanakh, Bibbia, Corano” alla Biblioteca Estense. Nella Sala Campori sono esposte pochi pezzi, ma di grande importanza, in cui si manifesta un legame indissolubile, nelle religioni monoteiste, fra la parola e la scrittura, indipendentemente dalle differenti forme di trasmissione o di rivelazione. “Con la parola Dio crea il mondo, nella parola si incarna, tramite la parola si rivela ai profeti; per questo i grandi monoteismi hanno vissuto sulla diffusione della parola tramite l’atto materiale della scrittura di testi sacri: la Bibbia ebraica, quella aggiornata dal Cristianesimo e il Corano”. Di grande rilievo questi volumi, a testimonianza delle molteplici e preziose forme sotto cui la parola di Dio è stata tramandata e diffusa. In mostra spicca Bibbia di Borso. Preparata dal 1455 al 1461, ha costituito testimonianza della politica culturale del duca e quasi uno status symbol per attestare il proprio potere su Ferrara: rappresenta infatti il più alto prodotto della miniatura ferrarese e allo stesso tempo, il capolavoro assoluto della miniatura italiana del Rinascimento. La meravigliosa opera viene affiancata due Bibbie ebraiche splendidamente miniate con gli arredi del Tempio e due Corani arabi, anche questi finemente decorati in oro. Della Bibbia di Borso d’Este Franco Cosimo Panini Editore fece un facsimile molto apprezzato a livello internazionale. «Abbiamo fatto – dice la direttrice Martina Bagnoli - un mostra sulla parola, ma soprattutto sull’importanza di come questa parola veniva trasmessa attraverso il testo scritto. Un’occasione per tirare fuori la nostra Bibbia che per motivi di conservazione non è disponibile tutti i giorni. “Monumenti” altrettanto importanti, ma meno conosciuti come il volume del Tanak. Sono i primi libri del Vecchio Testamento nella tradizione ebraica che vengono utilizzati per la conoscenza, la lettura, la preghiera, In questo caso sono due scritti in pergamena del XIV secolo spagnolo, di cultura sefardita. Sono straordinari perché sono del tipo conosciuto con il nome degli “Arredi del Tempio”. Notevole anche il Corano. Un manoscritto del XVII secolo”». Mostra fino al 14 ottobre.