Gazzetta di Modena

Lirica

Modena. Teresa Romano in scena al Pavarotti-Freni «La mia Fedora è simile alle donne dei nostri tempi»

Paola Ducci
Modena. Teresa Romano in scena al Pavarotti-Freni «La mia Fedora è simile alle donne dei nostri tempi»

Fedora" di Umberto Giordano apre la stagione lirica al Teatro Comunale Pavarotti-Freni domani alle 20 (replica domenica alle 15.30) in un nuovo spettacolo prodotto insieme a Fondazione I Teatri di Piacenza. L’opera torna in scena a Modena a quasi trent’anni di distanza da una memorabile interpretazione che vedeva Mirella Freni e Plácido Domingo nei ruoli principali.

12 ottobre 2023
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Modena "Fedora" di Umberto Giordano apre la stagione lirica al Teatro Comunale Pavarotti-Freni domani alle 20 (replica domenica alle 15.30) in un nuovo spettacolo prodotto insieme a Fondazione I Teatri di Piacenza. L’opera torna in scena a Modena a quasi trent’anni di distanza da una memorabile interpretazione che vedeva Mirella Freni e Plácido Domingo nei ruoli principali. Con Fedora prosegue il percorso che vede da alcuni anni il Teatro Comunale di Modena impegnato nella rivalutazione e reinterpretazione di titoli meno frequentati del repertorio italiano Otto e Novecento. Il nuovo allestimento di Fedora è firmato per regia, scene e costumi da Pier Luigi Pizzi, regista del teatro lirico di portata storica.

Ad affiancarlo, il regista collaboratore Massimo Gasparon, che firma anche le luci, Serena Rocco assistente alle scene e Lorena Marin assistente ai costumi. Maestro concertatore e direttore sarà Aldo Sisillo, sul podio dell’Orchestra Filarmonica Italiana, con la partecipazione del Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati. L’opera vede protagonisti due interpreti dalla carriera internazionale, entrambi al debutto nei rispettivi ruoli: Teresa Romano che è la principessa Fedora Romazov, nella versione per mezzosoprano prevista dalGiordano, mentre Loris Ipanov è il tenore Luciano Ganci.

Teresa Romano per lei un debutto in questo ruolo.

«Ebbene si, anche perché l’opera è da vent’anni che non viene più rappresentata, peraltro nella trascrizione per mezzosoprano. Negli anni Settanta, Ottanta e Novanta Fedora era appannaggio di grandi soprani: primedonne che hanno segnato la storia dell’interpretazione del ruolo, da Renata Tebaldi a Magda Oliviero, Renata Scotto, Giulietta Simionato, Elena Nicolai, ma anche alla Scala e poi qui a Modena Mirella Freni che nell’ultima parte della sua carriera ha contribuito a riportare quest’opera in uso. Fedora del resto ebbe da subito grande successo, con l’interpretazione di Gemma Bellincioni e di Enrico Caruso. In ogni caso io trovo che nella versione per mezzosoprano il personaggio di Fedora diventi ancora più incisivo assumendone un carattere più scuro, più pieno, più matronale e in qualche modo più vicino a Tosca».

Lei ha citato Mirella Freni. L’aveva conosciuta?

«Si, ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere Mirella Freni durante alcune masterclass che tenne alla Scala. Ricordo la sua voce splendida così come la sua innata naturalezza nel fraseggio vocale. Ora cantare gli stessi ruoli che nomi immensi della lirica hanno interpretato prima di me da una parte mi lusinga e mi emoziona molto ma dall’altra mi stimola a metterci più del massimo del mio impegno per reggere il confronto e migliorarmi sempre di più».

Cosa la affascina di Fedora?

«Di Fedora mi affascina il contesto culturale e teatrale in cui il dramma è stato composto, quello di fine secolo, in cui la protagonista è avvolta in una scia di fatalismo e decadentismo tipici dell’epoca. Nello stesso tempo trovo questo personaggio femminile di grande attualità: in tre atti Fedora affronta una maturità e una consapevolezza che rispecchia tutto ciò che può essere sintetizzato anche nella vita di una donna dei nostri tempi. Lei capisce chi era l’uomo di cui si era innamorata a posteriori e questo non accorgersi di chi si ha di fronte quando si è troppo innamorate direi che è spesso una caratteristica di noi donne che non ha tempo».

Dell’opera è stato molto apprezzato l’allestimento.

«La proposta di Pier Luigi Pizzi mira a ripercorrere un capitolo importante del repertorio dal punto di vista del teatro musicale rinnovando la sua messa in scena con un allestimento estremamente elegante e raffinato che vuole riproporre con onestà al pubblico uno spaccato del teatro di fine secolo. Così tra omicidi, indagini di polizia, feste e intrighi, giuramenti di vendetta e avvelenamenti, la trama di Fedora si snoda tra atmosfere fin de siècle e moderna detective story. L’opera è molto recitata, con ritmi scenici serrati, più tipici del teatro che dell’opera e fonte di ispirazione per il personaggio sono state attrici come Eleonora Dusa e Sarah Bernhardt». l