Gazzetta di Modena

Il libro

Modena. Tutta un’altra musica quando la rockstar entra in cucina

Cristiana Minelli
Modena. Tutta un’altra musica quando la rockstar entra in cucina

Passioni, ricordi, diete, vigne e locali dagli Ac/Dc a Zucchero

24 ottobre 2023
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A volte, in letteratura, si fa prima a dire che cosa non è. «Spaghetti», di Luca Fassina, sottotitolo «Le rockstar a tavola dagli AC/DC a Zucchero» (pp. 92 € 13,00, Oligo editore) non è un libro di cucina, ma profuma come un piatto, non è un ricettario ma è zeppo di ricette, non suona, non canta, ma la musica c’è. Luca Fassina, giornalista musicale di lungo corso, ha cucinato un inedito reportage in cui racconta retroscena, gusti e passioni gastronomiche di tante rockstar, fra queste Metallica, AC/DC, Van Halen, Queen e Zucchero, ma anche Police, David Bowie e Vasco. Si arriva fino ai Måneskin, passando per Ritchie Blackmore, Paradise Lost, Alice Cooper. E figurarsi se il nostro territorio, di vocazione culinaria e musicale, non saltava fuori, come un coniglio dal cappello del prestigiatore. Da cui poi sbucano, come foulard a sorpresa, anche vecchie e nuove glorie (inter)nazionali come Luciano Ligabue, Laura Pausini, Jovanotti, Adriano Celentano, Andrea Bocelli, che produce vini nel cuore della Val D’Elsa e Gianna Nannini, regina della Certosa di Belriguardo, patrimonio della famiglia dal 1348, 80 ettari di cui 8 di vigneti dove si produce il Rosso di Clausura. «Musica e cibo sono strettamente connessi ai nostri sensi e sono parte integrante delle nostre relazioni – scrive l’autore – tanto che Barilla ha creato delle playlist con la scusa di usarle come timer per la cottura della pasta». Oggi un artista può ben vantare, nel suo palmarès, di essere, fra le altre cose, un musicista per il tempo d’attesa di linguine, penne o fusilli, un plus che scala rapidamente la top ten dei tributi di stima possibili. Cioè, se ti ascolto mentre sto per assaporare il ragù della mamma bisogna dire che siamo in sintonia. E così si passa con nonchalance dalla cheescake di Steve Lukather (Toto) alla torta preferita dai Keith Richards dei Rolling Stones. Si scopre che essere vegani «è molto metal» e che dell’Italia a qualcuno piacciono soprattutto gli autogrill. Per quanto ci riguarda più da vicino Vasco Rossi «dimentico degli eccessi di gioventù, soprattutto quando è in tour, segue una dieta da sportivo: pasta integrale, verdure, bresaola, pesce». I fruttini di marzapane a fine pasto li sconta con nutrizionista e personal trainer. Mentre il suo chitarrista, Steve Burns, con lui da quasi trent’anni, è diventato, nel tempo, un maestro del soffritto e si autodefinisce «un poliziotto dell’aglio». Quasi un mestiere. Tante le curiosità: ad esempio non si vive di soli tour ma anche di merchandising e c’è chi, fra un gadget e l’altro, ha messo in vendita un ferro per marchiare a fuoco la grigliata della domenica: gli americani Slayer. Ci sono tanti amanti-produttori di vino, fra loro Sting a Gianna Nannini, passando per Mick Hucknall dei Simply Red, Al Bano, Jon Bon Jovi, e tanti che danno vita a locali mai destinati all’oblio come il Cooperstown di Phoenix dove suonava una sirena tutte le volte che qualcuno ordina The Big Unit, un hot dog da sessanta centimetri. Non poteva mancare una ricetta da quel menù, pericolosa perché, pare, dia dipendenza: Tuna Noodle Casserole. Il cibo e la musica vanno pure a braccetto con la solidarietà e sono tante le iniziative, dalle fondazioni alle community restaurant non profit che sfamano i bisognosi. E l’Emilia, di nuovo, fa la sua parte: tra i primi firmatari dell’appello per lo stop alle speculazioni sulle materie prime alimentari Luciano Ligabue e Francesco Guccini. In chiusura i ricordi di Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, che nel suo romanzo scrive: «Ero sempre affamato. E volevo il dolce. A casa c’era una grande armonia, ma pochi soldi. La domenica passava il gelataio col carrettino. Io racimolavo cinquanta lire per due gusti nel cono […] Il dolce? Il ciocabéc», un’onomatopea che richiama il rumore che fa il becco picchiando nel piatto vuoto, divenuto poi il titolo del suo Concept album del 2010. Un tripudio di ricordi che rimanda al tempo in cui «la droga era fatta di vino, birra e grandi merende» e alle tagliatelle fumanti di Pavarotti. Il tutto, poteva essere altrimenti?, in salsa blues. Che un po’ di malinconia, su e giù per lo Stivale, è un ingrediente sempre vivo, per piatti e spartiti.