Gazzetta di Modena

«La virtù del bradipo» di Claudio Leandri (pp. 135, € 15,00, Nulla Die) è un giallo ambientato a Modena. «Il mio terzo romanzo – racconta l’autore – è, come i due precedenti, un giallo investigativo. Ma è anche un elogio della lentezza, che solo con l’avanzare dell’età si inizia ad apprezzare. Un piccolo viaggio dentro percorsi ideali e professionali che hanno caratterizzato la vita della mia generazione e un omaggio – assolutamente indegno – a Milan Kundera, che è venuto a mancare proprio mentre questo libro andava in stampa». Una storia che si affaccia «dal quarto piano di un palazzo del primo Novecento, in Via Ganaceto» un appartamento «a metà strada tra la Stazione Ferroviaria e Piazza Grande».

Modena, racconta Leandri, «è stata casa mia per una ventina d’anni, le sono ancora legato da affetti profondi». La nostra città è così. Un topos letterario per indigeni e viandanti, che, in ogni caso, sanno che non saranno mai, veramente, solo di passaggio. Fra la città e la cintura provinciale questa trama è tutta concentrata sul nostro tempo, che celebra la velocità in tutte le sue forme, emozioni e pensieri compresi. Il tempo brucia qualsiasi esperienza cancellandone presto la memoria.

È il team leader di un mondo fast che mette al bando la lentezza, la rende stigma. Il protagonista del romanzo sconta la propria estraneità a questa frenesia pagandola sul piano della carriera e nei rapporti personali. Non è un emarginato ma neppure un “vincente”, non vuole esserlo.

Non si sente in gara con il mondo ed è in competizione solo con sé stesso, con le proprie capacità mnemoniche e deduttive, che mette di continuo alla prova nel timore di perdere la lucidità mentale, com’è accaduto a sua madre.

Ma otterrà la propria rivincita, perché la sua metodica caparbietà sarà la chiave per trovare la soluzione di una vicenda criminale apparentemente irrisolvibile. «La virtù del bradipo» ha ricevuto una menzione d’onore al premio letterario Giallo Festival 2023.