Gazzetta di Modena

Con «Melvile. Storia di Samuel Beauclair» di Romain Renard (pp.132, € 20,00, traduzione di Dylan Rocknroll), la casa editrice modenese 21lettere torna a scaffale con una graphic novel.

Il fumetto, a Modena, è un genere non facoltativo. Comunque vada si fa strada con i suoi balloons, perché, da sempre, è un’urgenza che non sente ragioni. L’editoria, anche quella contemporanea, prima o poi ci va a braccetto. È inevitabile. Così, dopo «Infanzia», «Alcuni Bambini» e «Sincere Amicizie» di Jean Jacques Sempé e «Jazz Lieutenant» del collettivo Durand- Le Bot- Jiwa, il viaggio nel mondo dei fumetti (francesi) di 21lettere continua.

Questa volta con la storia di un uomo che ha toccato il fondo. E sembra già di sentire l’onomatopea a fumetti del tonfo. Thump! Anche perché il protagonista, come dire, si arrangia. Scrive, ma fa anche il carpentiere, l’imbianchino, fra una birra e un caffè. Samuel Beauclair, scrittore, schiacciato dal fantasma di un padre di successo, scrittore prima di lui, in ritardo col suo secondo romanzo, è in crisi.

Con la moglie, fra l’altro incinta, e con la banca che si sta appropriando del suo appartamento.

Disperato, fugge a Melvile. Per trovare cosa? Si sa: nella vita precipitare, per qualche ragione, è facile, risalire, chissà perché, complicato. E qualche volta il racconto del precipizio – e del momento cruciale del riscatto – sono disegnati (e sceneggiati) ad arte. Il lettore, come un serpente nella cesta dell’incantatore, starà comunque incollato alla storia.

Non fosse altro perché ha vinto il Prix Diagonale (Belgio), come miglior graphic novel dell’anno, e il Premio Espoir per la miglior storia al Festival di Versailles e all’International Comic Festival (Algeria). Romain Renard, classe 1975, diplomato all'Institut Saint-Luc di Bruxelles, è autore di fumetti, scenografo, grafico e musicista. Ha lavorato a videogiochi, ha progettato spettacoli con Franco Dragone e Pascal Jacob ed è autore di canzoni, in particolare per il gruppo rock ROM.

Un eclettico, direbbe la critica. E non sbaglierebbe affatto. Un creativo allergico alle briglie, si potrebbe aggiungere. Per fortuna.