Gazzetta di Modena

L'intervista

Modena, Gaia De Laurentiis al Teatro Michelangelo: «La vita di coppia? è come una commedia teatrale»

di Nicola Calicchio
Modena, Gaia De Laurentiis al Teatro Michelangelo: «La vita di coppia? è come una commedia teatrale»

Sul palcoscenico insieme a Max Pisu nello spettacolo “Come sei bella stasera”

12 dicembre 2023
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MODENA. Uno spaccato di vita reale quanto mai vero. Novanta minuti che riassumono 29 anni di vita insieme dove lo spettatore non può fare a meno di immedesimarsi e di rivivere le stesse dinamiche di coppia e familiare in modo esilarante, ma appunto verissimo.

Ci sarà da divertirsi martedì 12 e mercoledì 13 dicembre, alle 21, al Teatro Michelangelo di Modena dove a calcare il palcoscenico saranno Gaia De Laurentiis e Max Pisu. Si cimentano in un copione che ha segnato il debutto nella prosa di Antonio De Santis, storico autore di Ale&Franz, sceneggiatore e pubblicitario. “Come sei bella stasera” segue la storia di Anna e Paolo in dieci quadri che si snodano da pochi mesi dopo le nozze fino al ventinovesimo anniversario. Ventinove anni di vita coniugale con le immancabili gelosie, i figli, prima tanto desiderati e cercati, che costringono poi a notti insonni (da piccoli perché non riescono a dormire e da grandi perché non vogliono dormire ma andare a feste,) i metri quadrati dell’appartamento che risultano sempre più stretti, la forsennata ricerca di un’intimità minata da nonni e baby sitter. A dar corpo ai protagonisti Gaia De Laurentiis e Max Pisu, due interpreti differenti per formazione e storia che condividono però l’affetto del pubblico e il desiderio di divertire, guidati dalla regia di Marco Rampoldi, sempre più sicuro nella sua ricerca sulla nobiltà del ridere a teatro. «Siamo una coppia – spiega Gaia De Laurentis – che il pubblico incontra fin dall'inizio del loro matrimonio con tutto l'entusiasmo giovanile e poi li rivediamo, tappa per tappa, fino a quando lui ha 59 anni e lei qualcuno di meno».

Dieci quadri che danno allo spettacolo un taglio molto cinematografico?

«Si, in casa vi sono dei quadri che in realtà sono cinque monitor dove, vengono proiettati, tra una scena e l'altra, dei videoclip di canzoni famose dell'epoca che sono però stati girati da noi in chiave ironica con la musica originale. Sono molto divertenti perché scandiscono il tempo, poi danno qualcosa di brioso al tutto. Ci danno anche quei 20/25 secondi di tempo per cambiarci. Tra un quadro e l'altro abbiamo un cambio totale con costumi e parrucche che danno un tocco in più allo spettacolo».

Uno spaccato di vita reale in cui è facile immedesimarsi.

«Tutti, in un momento o in un altro si ritrovano perché la commedia abbraccia un po' tutte le età, tutte le tappe della vita: dallo stress da lavoro ai figli, alla stanchezza della coppia dopo tanti anni di vita insieme. C'è però un finale davvero a sorpresa che non posso svelare. E' alquanto drammatico però c'è un però».

Alla fine ci si accorge che qualcosa si è perso?

«Man mano si va sempre perdendo qualcosa. Si tratta poi di capire che cosa ci si guadagna perché vogliamo credere che si perde qualcosa ma ci si guadagna qualcos'altro. E questo in fondo è il succo dello spettacolo».

Il motivo su cui si litiga di più?

«Sicuramente la gelosia ma anche lo stress della vita quotidiana che non ti permette di rilassarti. C'è in particolare una scena sullo stress dove la coppia non riesce più a comunicare. E' un quadro abbastanza esilarante e surreale ed i due non riescono più a parlare».

Questa commedia segna il debutto nella prosa di Antonio De Santis, storico autore di Ale & Franz. Questo vuol dire che si ride tanto?

«Sicuramente. Le battute sono state scritte per far ridere e il lavoro che poi abbiamo fatto noi è quello di creare un racconto e dare una umanità al di là delle battute. Il pubblico è molto contento della nostra interpretazione. Il rischio era quello di cadere in uno spettacolo fatto solo di quadri e noi abbiamo cercato di evitare proprio questo»

Ha detto Max Pisu che era da tempo che cercava di lavorare con te. Finalmente c'è riuscito.

«Max è una persona deliziosa e ci troviamo molto bene. Io ho un'educazione teatrale più accademica che, unità al cabaret da dove lui proviene, si è rivelata una formula vincente. Bisogna dire che già da tempo Max fa anche prosa mentre io ho spesso affrontato lavori comici. Siamo una coppia vincente».

Lei è sempre più spesso a Modena.

«Sono venuta al Michelangelo già un paio di volte con Pietro Longhi e Ugo Dighero. Poi sono ritornata a Modena in occasione della festa della Donna. Il Michelangelo è uno di quei pochi teatri in cui desideri tornare perché senti che il pubblico sta dalla tua parte e non succede sempre».