Gazzetta di Modena

La pubblicazione

Il “ritratto” di Modena del passato nel libro autobiografico di Zagaglia

Michele Fuoco
Il “ritratto” di Modena del passato nel libro autobiografico di Zagaglia

Il fotografo 90enne ne “L’ultimo Zibaldone” e gli interessi per le arti

08 gennaio 2024
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Modena Non il solito libro per Natale, con una serie di racconti di amici, anche giornalisti. Compiuti i 90 anni, lo scorso ottobre, Beppe Zagaglia si mette in proprio e pubblica un volume tutto suo di 120 pagine. E’ “L’ultimo Zibaldone” il titolo del libro (Artioli Editore 1899, pp. 120, euro 16) costruito con testi, foto e illustrazioni che il noto fotografo ha raccolto negli anni. L’autore lo definisce “Il quaderno dei ricordi”, iniziando con San Geminiano a cui chiede di proteggerci. Nel libro ci sono fotografie, disegni, racconti, favole, poesie e tutto quello che sa fare. Lo ha chiamato “l’ultimo”, perché promette di non farne più. Sarà vero? Si sa che le tentazioni sono sempre infinite… E di Zibaldoni Zagaglia ne ha pubblicati cinque, dal 1999 al 2005, mentre 80 sono i suoi libri fotografici. Bisogna avere la pazienza di attendere il prossimo Natale per vedere se Beppe avrà rinunciato alla scrittura.

Intanto pensa già al Ferragosto presso i Giardini Ducali e, per l’appuntamento del 14 agosto con il pubblico, vorrebbe fare un tuffo nel passato con vecchie foto e persone che hanno reso viva Modena e l’hanno portata nel mondo. “Ma non solo, anche quelli che facevano sorridere, come Bididadi e il Disco volante e pure i miei amici che una volta erano al Guf e oggi, i sopravvissuti, sono al Molinari, perché hanno detto che seduti si sta più comodi. Una volta eravamo appoggiati al paletto 27 del portico del Collegio e guardavamo il mondo passare, le ragazze. Oggi ci accontentiamo di ricordare e non è poco”.

Nel volume corre tanta storia di Modena, perché l’opera che ha carattere autobiografico acquista l’aspetto di una colorita cronaca giornaliera di diversi fatti, episodi, personaggi della città, con le immagini che aiutano a dare vivacità all’insieme delle vicende, di così prodigiosa abbondanza ed immediatezza. Inevitabile parlare di Sandrone, quando il giovedì grasso tiene lo sproloquio sul balcone del Comune, dove da anni Beppe si reca per fotografarlo. E per il prossimo Carnevale uscirà un libro, pubblicato da Artioli, e con l’aiuto della Società del Sandrone,sul popolare personaggio e sulla famiglia pavironica.

Singolare la piccola storia di amicizia con Pavarotti all’Azione Cattolica nella chiesa di San Faustino, quando Luciano giocava bene e tutti pensavano che sarebbe diventato un grande calciatore. Viene messo in luce anche la storia di Modena, partendo dalla origini; il 30 aprile 1945, giorno della Librazione, ma in città la guerra era finita otto giorni prima, perché si erano visti arrivare i partigiani e gli americani con carri armati e jeep che lanciavano cioccolate e chewin-gum che molti non conoscevano e li inghiottivano. “La guerra era finita da poco e vivevamo l’America, il jazz tradizionale di Louis Amstrong, poi il Californiano, Gerry Mulligan…”. Il ricordo va anche alle feste delle matricole del’Università con i carri allegorici “di un’allegria piuttosto cruda per la morale bigotta di allora”. E le immagini sono sempre lì ad offrire la testimonianza concreta di quanto accaduto a Modena Sorprendono le poesie di Zagaglia, quasi a voler dire che il fotografo ha il cuore non solo di artista (autore di disegni e dipinti) ma anche di poeta, capace di rincorrere ancora “speranze ormai svanite/ sogni lontani, desideri lontani, rimpianti/ del mio tempo passato, dell’amore.