Gazzetta di Modena

L’evento

«Antonio e Cleopatra, un testo che è una continua sorpresa»

Laura Solieri
«Antonio e Cleopatra, un testo che è una continua sorpresa»

Modena, Valter Malosti allo Storchi con Della Rosa recita Shakespeare

09 gennaio 2024
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Modena “Antonio e Cleopatra” di William Shakespeare è un’opera raramente rappresentata in Italia, ma è tra le vette poetiche del corpus drammatico dell’autore, un’occasione per confrontarsi con un capolavoro sconosciuto ai più, anche grazie alla nuova traduzione italiana in versi di Nadia Fusini e Valter Malosti. È questo il testo che Malosti, il direttore di ERT/ Teatro Nazionale, sceglie per la sua nuova regia, in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena dal 10 al 14 gennaio (mercoledì, giovedì e venerdì ore 20. 30, sabato ore 19, domenica ore 16, info: 059 2136021-biglietteria@emiliaromagnateatro.com), e subito dopo a Bologna al Teatro Arena del Sole dal 17 al 21 gennaio.

La tournée proseguirà nelle principali città italiane fino a giugno, chiudendosi al Piccolo Teatro di Milano. Nei panni dei due protagonisti, lo stesso Malosti e Anna Della Rosa, già finalista ai Premi Ubu 2021 come miglior attrice per la sua interpretazione della regina d’Egitto in “Cleopatràs”, il primo dei “Tre lai” di Giovanni Testori, con la regia di Valter Malosti. Con loro, un ampio cast che vede insieme attrici e attori affermati e giovani talenti; per la messa in scena il regista collabora con alcuni fra i migliori professionisti del teatro italiano, e in occasione della replica di sabato 13 gennaio ore 16. 30 è in programma un incontro con Malosti, Della Rosa e Fusini, moderato da Enrico Pitozzi, nell’ambito del ciclo Conversando di Teatro.

Malosti, un capolavoro sconosciuto ai più, soprattutto in Italia. Una sfida importante quindi metterlo in scena…

«È per così dire in incubazione da un po’, l’idea nasce nel 2015 quando ho fatto uno spettacolo per il Museo Egizio con i ragazzi della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino. Si tratta di un testo formidabile, complicato forse per la mentalità italiana. Shakespeare scrive tragedia nel titolo ma è molto vario come stile. Non è chiaramente né una tragedia né una commedia né teatro storico, è tutto un insieme. Bisogna accostarsi a questo testo con un po’di studio e profondità, fatto questo riserva delle sorprese incredibili come scartare caramelle fragranti. Alla base abbiamo un’opera in versi altissimi, tra i più alti della produzione shakespeariana, e un personaggio femminile meraviglioso, icona dell’antichità e anche della modernità, personaggio difficile da condurre e ci vuole una grandissima attrice come penso sia Anna Della Rosa perché è come fossero cinque, sei parti diverse da mettere insieme. Un testo messo in scena raramente in Italia, e abbiamo cercato di evitare la monumentalità, l’esotico»

I due protagonisti eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Oriente/Occidente, libertà ma anche ordine/disordine possiamo dire che sono i tre macro temi intorno a cui ruota questo capolavoro?

«Si: abbiamo una figura femminile straordinaria, donna liberissima che conduce la sua vita con audacia in un’epoca non facile e questo vale anche per i nostri giorni, che da grande stratega riesce a coniugare la parte politica con la grande libertà di amare, prendendosi il diritto di amare chi vuole come vuole, senza giudizio. Questo vale anche per Shakespeare che mette in campo un personaggio di questo tipo senza giudicare. I romani ovviamente, invece, la giudicano perché questa femminilità così libera per loro è disordine, così come anche Antonio che si lascia andare e accetta di far sprofondare tutto nella sua demenza d’amore. Ordine quindi contro disordine».

La storia d’amore tra Antonio e Cleopatra permette a Shakespeare di raccontare l’incontro e il conflitto tra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico, giusto?

«Anche: nel 1580 Giordano Bruno si trovava infatti in Inghilterra, qui recuperò le scienze astronomiche degli antichi egizi e diffuse nella cultura occidentale le sue teorie rivoluzionarie che gli sarebbero poi costate la vita. Rileggendo un po’di libri interessanti come quello di Aldo Schiavone su Cleopatra, si capisce quanto già Giulio Cesare volesse spostare l’asse del suo governo verso Oriente; se fosse andato in porto quel tentativo Antonio sarebbe stato meno forte dal punto di vista strategico, non era un fine politico come Giulio Cesare. Chissà quindi cosa sarebbe accaduto al nostro mondo. Shakespeare è inglese e lo scrive come se fosse una grande domanda: infatti nel testo c’è molto Oriente, molta Grecia, quasi filosofia orientale. Shakespeare ci fa capire che lì c’è un mistero, ci fa capire quanto in questo testo ci sia una grandissima ricchezza. Chi vuole può coglierne diversi livelli, se no c’è il grandissimo livello della storia primaria che già di per sé basta e avanza».