Gazzetta di Modena

L’appuntamento

Modena, La Ginestra: «Una commedia per scoprire il bello della vita»

Nicola Calicchio
Modena, La Ginestra: «Una commedia per scoprire il bello della vita»

Questa sera e domani al Michelangelo in scena con «Il piacere dell’attesa»

13 febbraio 2024
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Modena Questa sera e domani alle 21, al Teatro Michelangelo di Modena, Michele La Ginestra porta in scena la sua ultima garbata commedia diretta da Nicola Pistoia “Il piacere dell’attesa”, con Federica De Benedettis e Francesco Stella (i biglietti si acquistano alla cassa del teatro) .

Giacomo è un giardiniere, che vive in un suo regno magico, quello del suo vivaio: il tempo gli viene dettato dalla natura, per lui l’attesa non è sinonimo di frenesia, ma semplicemente fa parte del ciclo biologico. Parla con le piante, canta con loro, ha la possibilità, durante la sua attività manuale, di riflettere sul senso delle cose...un privilegiato. Nel suo mondo piomba all’improvviso Camilla, 40 anni, donna in carriera, sempre al lavoro, anche quando potrebbe essere in pausa; il cellulare, ormai diventato una protuberanza del braccio, è collegato costantemente con mille universi lavorativi diversi. Infine c’è Gianluca, assistente di Giacomo, che a sua volta vive la sua vita cadenzata dai “tempi della routine” impostagli dalla madre. I tre universi si incontrano, si scontrano, si confrontano, fino ad arrivare ad una soluzione finale, che può sembrare anacronistica. Una riflessione sul “passare del tempo” e sull’importanza del confronto con gli altri, che vuole spingere, tra una risata ed un sorriso, a riconsiderare le “priorità” della nostra vita. «Questa commedia è una riflessione a voce alta sul rapporto che abbiamo con il tempo che passa – spiega Michele La Ginestra – C’è gente che è stressata da questo tempo che fugge via e non riesce a godersi i momenti belli che la vita gli dona. E c’è invece chi è saggio e riesce ad apprezzare le cose positive della propria esistenza. Continua il rapporto col tempo che è quello dettato dalla natura».

Un invito a dare un senso alla vita?

«Certo. Io ad un certo punto dico: tutto quello che noi ci siamo persi non torna più indietro. La vita conviene viverla appieno cercando di valorizzare noi stessi e le nostre relazioni».

Nella commedia la vita del saggio e bonario Giacomo ad un certo punto viene sconvolta dall’arrivo di Camilla. 

«C’è il confronto tra due realtà: quella di un vivaista che è attento a ciò che avviene attorno a sé, e quella di una donna che invece pensa solo al proprio lavoro, al proprio business. Tra i due c’è un terzo incomodo, un aiuto vivaista, personaggio un po’ bizzarro, che vive nella sua semplicità ma che ha capito tante cose della vita e fa da collante tra due realtà diverse».

Una commedia leggera ma non banale?

«La gente ride e si porta a casa una riflessione importante che l’accompagnerà lungo il percorso della vita».

La regia è firmata da Nicola Pistoia, nome conosciuto nel mondo teatrale.

«Nicola, oltre ad essere un bravo artista, è anche un amico. Quando gli ho chiesto di venire a supervisionare questo prodotto per fare una regia, lui si è buttato a capofitto nel progetto. È riuscito a controllare le varie situazioni e a gestirle con la sua capacità, con la sua esperienza. Ha dato quel quid in più che poi si nota nello spettacolo, tra risate e commozione».

Lei è anche un personaggio tv e cinematografico, l’emozione che dà il teatro è davvero unica?

«Io dico sempre che sono un teatrante, ho bisogno del pubblico davanti. È come un surfista che cavalca un’onda. Puoi essere bravissimo ma se non hai un’onda da cavalcare non c’è soddisfazione. Il pubblico che hai davanti ti emoziona e ti fa comprendere anche come recitare quella sera».

È vero che ha abbandonato la toga di avvocato per il teatro?

«È accaduto trent’anni fa e l’ho fatto con serenità per esaudire una mia grande passione. Insieme ad alcuni amici abbiamo dato vita anche al teatro Sette a Roma. Per un po’ ho tenuto il piede in due staffe anche perché bisogna campare. Ad un certo punto quando ho avuto la possibilità di essere un conduttore della Rai, mi sono potuto anche permettere di lasciare tutto e seguire la mia strada».