Gazzetta di Modena

La storia

Stefania Passamonte unisce due mondi: la musica classica e la realtà virtuale

di Cristiana Minelli
Stefania Passamonte unisce due mondi: la musica  classica e la realtà virtuale

A Londra la performance dell'artista modenese ambasciatrice della cultura

20 febbraio 2024
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MODENA. Certi modenesi non li ferma nessuno. Stefania Passamonte, 45 anni, fondatrice della London Academy of Music (www.lpmam.com), primo conservatorio al mondo che consente di conseguire una laurea online, dopo aver collezionato premi e onorificenze, sta per dare vita, in collaborazione con British Telecom e alla compagnia italiana Over The Reality, alla prima performance mondiale che ibrida la musica classica con realtà aumentata, virtuale e mista.

«Sono stata invitata al London Careers Festival – ha raccontato – evento che mostra alle nuove generazioni le nuove carriere possibili, in programma a Londra il 26, 27 e 28 febbraio. Andrò per rappresentare la tecnologia e l’innovazione nella musica, la mia missione fin da quando ho creato quello che io chiamo il conservatorio del futuro, una istituzione di formazione accademica che non ha paura dell’intelligenza artificiale, ma che invece la sposa per costruire un futuro più entusiasmante per la musica classica».

Stefania Passamonte, in cosa consiste la performance in programma il 28 febbraio?

«Suonerò al pianoforte un brano classico, “La tempesta di neve” di Litsz, e in quell’occasione, insieme alla musica classica, porteremo la neve nella piazza di Londra e anche all’interno della Guildhall, la sala dove da secoli e secoli viene eletto il Lord Mayor di Londra».

Una nevicata?

«Virtuale, che il pubblico potrà vedere attraverso un ologramma o con il telefono. Una prima mondiale».

«Nella stessa settimana – continua – sono stata invitata ai BRIT Awards, che si terranno sabato 2 marzo, sarò al tavolo d’onore dove siederanno i grandi ospiti del premio. Con l’organizzazione dell’evento stiamo valutando se fare qualcosa di questo genere anche in quell’occasione».

Prossimi progetti?

«Mi esibirò a Riad davanti alla famiglia reale saudita e a quella inglese invitata dal governo inglese in qualità di ambasciatrice culturale della tradizione musicale combinata all’innovazione nel mondo per la Great Futures Campaign programmata in Arabia Saudita dal 14 al 15 maggio. In rappresentanza della famiglia reale inglese ci saranno il Principe Edoardo e sua moglie».

L’Arabia?

«È un paese che si sta aprendo alla musica. L’anno scorso sono stata ospite di uno sceicco che si è dimostrato molto interessato a dare vita alla prima università musicale saudita. Vedremo…».

Nel suo passato prossimo c’è stata anche una serata al numero 10 Downing Street.

«Sì, il 15 novembre scorso sono stata invitata ad un importante ricevimento nella residenza del primo ministro inglese in onore di tutti gli ambasciatori della cultura e dell’arte inglese nel mondo».

«Subito dopo – aggiunge – sono andata in Cina dove ho tenuto una Masteclass e un concerto all’università di Shanghay, Shanxi e Hunan».

Più di recente, è diventata anche… un libro stampato.

«La storia di come attraverso il mio conservatorio ho salvato 54 studenti ucraini dalla guerra occupa un intero capitolo di “Stop The War! Performing Artists Across The World Call for Peace in Ukraine”, (Fermate la guerra! Artisti di tutto il mondo chiedono la pace in Ucraina, 336 pagine, 69,99 sterline, Cambridge Scholars Publishing), un volume firmato dai docenti e studiosi Patrick Lo, Rebekah Okpoti, Wei-En Hsu, Hermina GB Anghelescu, che esplora il ruolo dei musicisti nella richiesta di pace nel conflitto Russia-Ucraina».

Il suo consevatorio?

«Ad ottobre scorso i primi laureati e ora stiamo preparando la prima opera studio che si terrà a Londra, alla Conway Hall, tra il 21 e il 26 aprile. Faremo La Bohème in linea con le celebrazioni del primo centenario di Puccini. Anche qui costumi e scene di tradizione andranno a braccetto con la tecnologia avanzata e la realtà aumentata. E si tratterà, di nuovo, di una prima mondiale».

Dopo essere stata insignita della “Declaration of a Freeman”, concessa a chi viene ritenuto meritevole di particolari meriti in favore della città di Londra, ricevuta in passato, prima di lei, soltanto due italiani, Giuseppe Garibaldi e Luciano Pavarotti, la pianista modenese, star internazionale e filantropa, taglia ora il nastro del primo mash up fra musica classica e intelligenza artificiale. No limits.