Gazzetta di Modena

L’evento

Aldo Cazzullo a Modena con “Il Dio dei nostri Padri”: «La Bibbia, libro di speranza»

di Laura Solieri

	Aldo Cazzullo
Aldo Cazzullo

Il giornalista al Bper Forum Monzani con il suo lavoro sul testo sacro: «È una sorta di grande romanzo dell’umanità che parla alle nostre vite»

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MODENA. La Bibbia è un libro dimenticato, spesso relegato al passato o confinato alla dimensione religiosa. Eppure, è anche un’opera universale, un grande romanzo che racconta la storia dell’uomo e il suo rapporto con Dio. Questo è il cuore del nuovo libro di Aldo Cazzullo, “Il Dio dei nostri Padri” (HarperCollins), che viene presentato domenica 24 novembre, alle 17.30, al Bper Forum di Modena. Pagina dopo pagina, l’autore guida i lettori attraverso episodi affascinanti e senza tempo, dalla creazione del mondo ad Adamo ed Eva, dalla cacciata dall’Eden al diluvio universale, fino all'avvento di un salvatore che riscatta l'umanità.

Aldo Cazzullo da 35 anni racconta i principali eventi italiani e internazionali, prima sulla Stampa poi sul Corriere della Sera, di cui ora è vicedirettore e responsabile della pagina delle Lettere. Ha pubblicato trenta libri sulla storia e l’identità italiana, vendendo due milioni di copie. Attraverso i suoi occhi, la Bibbia diventa il grande romanzo dell’umanità, un’autobiografia di Dio che parla ancora oggi alle nostre vite. Con un linguaggio accessibile e numerosi riferimenti all’attualità, Cazzullo intreccia storia, arte e spiritualità. Racconta le storie di figure emblematiche come Mosè, Davide e Salomone, senza dimenticare le grandi donne della Bibbia, come Giuditta, Ester e Susanna, e la speranza della resurrezione. Un’opera che tocca temi universali, dalla fede all'identità culturale, dall'eterno confronto con il mistero della morte alla ricerca di un senso nella vita.

Ne “Il Dio dei nostri Padri”, Cazzullo non si limita alla dimensione religiosa della Bibbia, ma la restituisce come fondamento della nostra cultura e come uno specchio in cui ognuno può riconoscere sé stesso. Un libro che invita alla riscoperta di un capolavoro letterario e spirituale, capace di parlare al cuore e alla mente.

Cazzullo, il suo libro è in testa alle classifiche, un segno importante. La Bibbia ci parla di noi?

«Come ogni grande storia, la Bibbia parla di noi, delle nostre origini e radici. Nella Bibbia ci sono le radici della nostra civiltà, della nostra cultura giudaico-cristiana; è il libro della nostra giovinezza, della nostra infanzia, un po’ tutti abbiamo avuto una formazione cattolica, siamo andati al catechismo, ci ricordiamo di Adamo ed Eva, di Caino, Abele, Mosè… Del resto, basta entrare in una chiesa in Italia, penso ad esempio al Duomo di Modena, e si può vedere la Bibbia scolpita, istoriata, affrescata, dipinta».

A proposito di Modena, comincia il libro raccontando della morte di suo padre, che era molto legato alla nostra città…

«Amo molto Modena dove mio padre ha lavorato per sette anni come direttore dell’istituto bancario San Paolo di Torino e dove poi è tornato come condirettore di Rolo Banca, quindi Modena è un po’ come una mia seconda città, è un posto magico, un microcosmo dove nascono personaggi e storie, in questo senso è una capitale, lo si vede ad occhio nudo».

Questo libro risveglia l’“inconscio biblico” che è in noi. Come possiamo intendere la Bibbia anche come un romanzo e qual è l’attualità del suo messaggio?

«La Bibbia è innanzitutto un testo sacro per due religioni, l’Ebraismo e il Cristianesimo, ed è un testo molto importante anche per l’Islam. Però la Bibbia è anche un grande romanzo, una grande raccolta di scritti favolistici, mitologici, romanzeschi, in essa c’è l’amore e la morte, la pace e la guerra. Il Libro di Giobbe è un romanzo nel romanzo. La Bibbia più che attuale, è eterna perché contiene la radice della guerra ma anche dell’amore, in essa ci sono anche le radici dell’attuale conflitto in Medio Oriente».

Colpisce il ruolo delle donne narrato tra queste pagine.

«C’è ad esempio Giuditta che era una vedova: le vedove erano considerate persone fragili e deboli, ma è lei che salva il popolo seducendo il comandante nemico senza concedersi a lui, e poi tagliandogli la testa. Così come Ester, altra donna che salva da sola l’intero popolo ebraico. Molte donne italiane portano ancora adesso nomi biblici bellissimi come Simona, Simonetta, Mara, Marta, Elisa, Elisabetta, Anna, Rachele, Noemi…».

Personalmente, cosa ha trovato o ritrovato nella Bibbia che l’ha colpita?

«Leggendola, ho ritrovato un po’ più la speranza dell’esistenza di Dio e anche dell’immortalità della vita dopo la morte, perché qualsiasi speranza nell’aldilà non può prescindere dalla fede nell’esistenza di Dio, e non di un Dio generico ma di un Dio misericordioso, che si china sul solco delle nostre povere vite e si occupa di noi. Dov’è Dio se lo sono sempre chiesti, nella storia, gli uomini, e qualcuno pensava che Dio fosse dalla loro parte. L’uomo ha sempre ucciso in nome di Dio, strumentalizzandolo per scopi politici o ideologici e in questo modo ha violato un suo comandamento».

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