Quattro musicisti modenesi a Sanremo per accompagnare lo show di Jovanotti: «Esperienza fantastica»
L’esperienza indimenticabile vissuta in occasione del festival dalla bassista Giulia Gualmini di Vignola e dai batteristi Laura Cavazzoni di Guiglia, Giulio Ferrari di Campogalliano e Gabriel Parazza di Savignano, musicisti della superband Rockin’1000
MODENA. Gerry Scotti col fischietto in bocca per dare il via alla performance, cento batteristi che colpiscono all’unisono i tamburi quasi fosse un richiamo tribale: «Questo è l’ombelico del mondo!». La star è lui, l’intramontabile Jovanotti, ad aprire la prima serata del Festival di Sanremo 2025, con una delle canzoni più iconiche del suo repertorio. Ma i protagonisti erano anche e soprattutto i ragazzi della superband Rockin’1000, che hanno suonato per l’artista: chi la batteria, qualcuno le percussioni, altri la chitarra. In questa superband, un collettivo che riunisce migliaia di musicisti, c’erano ben quattro talenti modenesi, che hanno vissuto «un’esperienza fantastica», una di quelle che si racconteranno ai figli, e poi ai nipoti: “Io ero all’Ariston, e ho suonato per Jovanotti!”. Sono Giulia Gualmini di Vignola al basso e Laura Cavazzoni di Guiglia, Giulio Ferrari di Campogalliano, Gabriel Parazza di Savignano alle batterie.
I complimenti di Jovanotti
Sono tutti rimasti folgorati dall’avventura sanremese: «È stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ho conosciuto tantissime persone fantastiche - racconta Laura Cavazzoni, 22 anni – la settimana mi è sembrata quasi surreale. Jovanotti ci ha fatto un sacco di complimenti, sapevo che era simpatico, ma non immaginavo fino a questo punto, oltre a essere un vero animale da palcoscenico. Le batterie erano una settantina, poi c’erano venti bassi e altrettante percussioni. In tutto eravamo più di cento artisti».
Le selezioni con le dita incrociate
Come noto, il Rockin’1000 è il collettivo musicale più grande al mondo, nel quale sono iscritti più di 50mila artisti. Solo alcuni, dunque, sono stati selezionati per Sanremo: i ragazzi hanno dovuto inviare la propria “candidatura”, aspettando diverse settimane con le dita incrociate. «Quando mi hanno chiamata, due settimane fa, ho fatto i salti di gioia. È stata un’esperienza veramente adrenalinica, - racconta la 21enne Giulia Gualmini - anche perché abbiamo avuto poco tempo per preparaci. L’unica prova è stata quella del lunedì, il giorno prima dell’inizio del Festival, sotto un pioggia torrenziale. L’esibizione è stata quindi quasi improvvisata, e devo dire che è venuta piuttosto bene. Jovanotti è l’artista più simpatico tra quelli che ho conosciuto, molto più alla mano rispetto a tanti altri anche meno famosi di lui. Sembrava che i veri protagonisti eravamo noi, ci ha riempito di complimenti. Poi, abbiamo scherzato sulla caduta che ha rischiato di fare mentre entrava all’Ariston nel mezzo del medley, è stato divertente».
I tre brani cantati e suonati
Sono stati tre i brani cantati dall’artista: prima l’Ombelico del mondo, suonata dalle percussioni della superband alle porte dell’Ariston, poi l’esibizione è continuata dentro al teatro, con “Il più grande spettacolo dopo il big bang” e “I love you baby”. «Quest’anno erano 30 anni dall’uscita de l’Ombelico del mondo, - racconta Giulio Ferrari, 46enne di Campogalliano - un pezzo fantastico che unisce suoni tribali, etnici, africani, e si presta benissimo per essere suonato da così tante percussioni. È stato tutto bellissimo, dalle prove del lunedì pomeriggio sotto la pioggia all’esibizione del giorno dopo».
L’aria sanremese, tra gioia e tensione
Anche il savignanese Gabriel Parazza era alla batteria: «Mi sono divertito moltissimo. È stato bello immergersi nell’ambiente di Sanremo - dice il 19enne di Savignano - si respirava un’aria di gioia ma anche di tensione, è tutto molto frenetico e organizzato al dettaglio. Il Festival è una macchina pazzesca, mi piacerebbe tornarci da musicista, suonare è la mia aspirazione».