Gazzetta di Modena

La storia

Venticinque studenti del Formiggini di Sassuolo protagonisti al teatro Astoria

di Maria Sofia Vitetta

	I ragazzi protagonisti dello spettacolo
I ragazzi protagonisti dello spettacolo

Metteranno in scena il dramma di Antigone: «Ci siamo incontrati perfino il primo maggio nei parchi di Sassuolo per fare insieme le prove»

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FIORANO. Emetterà “gemiti acuti”, come una madre desolata “che trovi il suo nido vuoto, predato dei pulcini”, perchè lei, Antigone, vedendo il cadavere insepolto del fratello Polinice diventare bottino di uccelli affamati, proverà un dolore viscerale e pungente. In quel momento, durante lo spettacolo, verrà proiettata «la foto di un bambino denutrito dell’Africa e, dietro di lui, in prospettiva, un corvo» che, però, non lo divorerà. «Il teatro non deve solo esprimere dei contenuti, ma creare giudizio e fare in modo che la letteratura parli ancora alla vita», racconta Nicola Montereale, docente dell’Istituto A.F. Formiggini di Sassuolo e coordinatore del gruppo teatrale del liceo.

Di cosa si tratta
«Abbiamo cercato di riportare il testo della tragedia di Sofocle alla contemporaneità ed all’oggi». Oggi, giovedì 5 giugno alle ore 20.30, presso il teatro Astoria di Fiorano, saranno 25 gli studenti del progetto a mettere in scena il dramma di Antigone, guidata dalle norme non scritte del cuore e dettate dai legami affettivi. Una voce che vibra nelle profondità del suo animo e ne decifra il codice etico contrasta con le leggi della città, che vietano di seppellire Polinice, considerato un traditore dal nuovo re Creonte. Polinice è morto nel tentativo di assediare la città di Tebe ed appropriarsi del potere detenuto dal fratello Eteocle, che non rispettava l’accordo di regnare a turno. “Io sono fatta per condividere l’amore e non l’odio”, affermerà Antigone durante un diverbio con suo zio Creonte. A questa battuta della tragedia «verrà data molta enfasi. Infatti, quest’anno abbiamo ricevuto alcuni fondi del PNRR dedicati all’inclusione», tematica che perfettamente si intreccia con quelle che verranno portate in scena.

Lo spettacolo
Dati i tempi brevi a disposizione, gli studenti «si sono incontrati perfino il 1 maggio nei parchi di Sassuolo per fare insieme le prove» e rendere possibile lo spettacolo della XII edizione del progetto, un’opportunità per creare relazioni ed instaurare un clima di accoglienza. E così come verrà dato spazio alla figura dell’indovino Tiresia che, pur essendo cieco, sa vedere più degli altri, hanno aderito alle attività teatrali anche coloro «che in classe fanno fatica ad esprimere le proprie opinioni, sono introversi, timidi o solitari e diversi ragazzi con disabilità».
«La regista Annalisa Vandelli è anche una fotoreporter». Lo scatto del bambino malnutrito, «realizzato da un suo collega», può essere letto come un legame tra la modernità e «quanto Sofocle pone all'interno del testo», continua Montereale.

L’idea del progetto
Il tentativo di intrecciare la tradizione e l’innovazione è l’idea su cui si basa la scelta di non lasciare solo che i ragazzi recitino e cantino “in diretta”, ma di presentare e far ascoltare la registrazione di una loro videochiamata, «richiamando il tempo del Covid, quando il progetto era stato sospeso». Disposta ad infrangere gli editti emanati da Creonte e, per questo, ad essere murata viva in una grotta, Antigone «ci ricorda che il corpo di Polinice, come tutti quelli martoriati dalle guerre, ha bisogno di una sepoltura affinché gli venga data dignità». E nonostante tra lei e la sorella Ismene «ci possa essere una diversità di intenti, il loro legame non si scioglie».