Caro Jeff Bezos ti scrivo: la lettera di Marisandra al fondatore di Amazon diventa un libro
Lizzi, founder e ceo di Mirandola Comunicazione, per quasi 20 anni è stata stratega dell’immagine di Amazon Italia: proprio nei giorni delle nozze del Tycoon con Lauren Sanchez a Venezia ha presentato la sua pubblicazione
In un mondo (anche) assediato dalla tecnologia, da una rivoluzione, digitale, elettronica e scientifica in perenne divenire, a volte può capitare di sentirsi un po’ come criceti nella ruota dove tutto gira molto velocemente, forse a vuoto. “Lettera a Jeff Bezos” (343 pagine, 22 euro, Do It Human) è il primo libro di Marisandra Lizzi, founder e ceo di Mirandola Comunicazione, prima sede nella collina, fra i boschi dell’Appennino emiliano, di iPressLIVE e dell’Atelier delle Relazioni, e per quasi vent’anni stratega dell’immagine di Amazon Italia e di ciò che l’ha resa un simbolo dell’innovazione globale. Proprio nei giorni delle nozze di Jeff Bezos e Lauren Sanchez a Venezia, Lizzi è stata ospite nello spazio eventi della più antica libreria della città ancora aperta, La Toletta, per presentarlo.
La lettera
Un libro sulla storia del commercio elettronico e, anche, una riflessione sui modelli comunicativi. «Il 25 febbraio 2021 – comincia l’autrice – ho scritto una lettera a Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Ho lavorato con la sua azienda per quasi vent’anni: […] È stato un sogno». […] «coltivato, raccontato, persino protetto». Finché qualcosa è cambiato e Marisalda Lizzi ha riscritto i “Principi di Leadership” di Amazon, articolati in sedici punti e divenuti nel corso del tempo caso di studio, argomento di ricerca, base per corsi di management e di innovazione. Come? «Con lo sguardo del corpo e con il filtro della Bioenergetica Umanistica. Non per negarne la potenza ma per restituire loro una forza generativa». «Riscrivere i Principi di Leadership per me non è stata solo un’occasione per rileggere la mia storia – aggiunge – ma anche per offrire strumenti concreti a chi, oggi, si trova immerso nel paradigma dell’innovazione senza sentirlo proprio. Il mio intento è di sminare la tossicità, rigenerare i codici culturali», immaginando un futuro dove la tecnologia non sia solo «un mezzo per sfruttare le persone, ma uno strumento per una vita migliore».
Gentilezza e Ai
Un libro scritto per capire se dietro all’intelligenza dell’algoritmo c'è ancora spazio per la gentilezza e per lasciare al lettore una lezione su tutte: «È fondamentale non smettere di ascoltare la nostra voce più intima, quando ci sussurra che stiamo perdendo la nostra centratura umana». Un testo per chi desidera restare umano e, insieme, un invito a ripensare la comunicazione come spazio di verità e di trasformazione.