Venti minuti di cammino, poi il concerto: che successo a Ponte del diavolo
Oltre mille persone per i tre concerti. Andrea Candeli, direttore artistico del Festival Artinscena: «Possiamo fare come sulle Dolomiti»
LAMA MOCOGNO. In tre sere, più di mille persone sono venute di notte, in mezzo al bosco, per assistere ai concerti dopo 20 minuti di cammino. In silenzio, a lume di candela, hanno assaporato il connubio tra natura e musica in uno scenario da favola. È la magia che si è creata a Ponte del diavolo, luogo dal fascino plurimillenario al confine tra Lama Mocogno, Pavullo e Polinago.
I tre concerti
Qui lunedì sera, 18 agosto, si è chiusa nel migliore dei modi la rassegna “Emozioni, luci e suoni” con l’esibizione da brivido di Andrea Vettoretti, che ha portato il fascino della sua chitarra e del suo ultimo album, “Quantum One”. Centinaia di persone ad applaudire i brani del disco, inno all’armonia tra uomo e cosmo che in collaborazione con l’agenzia spaziale include anche suoni dallo spazio profondo. C’è stata anche l’emozione di sentire le parole di Neil Armstrong mentre nel 1969 faceva il primo passo sulla luna.
Ad accompagnarlo negli ultimi brani, Andrea Candeli, direttore artistico del Festival Artinscena nel cui ambito si sono svolti gli eventi. Per lui Vettoretti ha avuto parole di grande stima: «È ormai uno dei più talentuosi chitarristi italiani» ha detto.
Ma sono stati tantissimi, più di 400, i presenti – seduti sul declivio che conduce al ponte in una sorta di anfiteatro naturale – anche l’11 agosto per ascoltare la chitarra dello stesso Candeli e il violino di Denis Zannani. Così come è stato ottimo l’esordio del trittico il 4 agosto con la chitarra acustica fingerstyle di Francesco Tizianel. A Ponte del diavolo era stato organizzato un concerto l’estate scorsa, e uno anche quella prima. Erano andati bene, da qui l’idea di “osare” nell’estate 2025 lanciando una rassegna di tre appuntamenti, grazie al sostegno dei Comuni di Lama Mocogno e Pavullo, e della Banca Bcc Felsinea. E la risposta è stata eccezionale, portando ad almeno un migliaio di presenze il bilancio. Tanto che si guarda già al prossimo anno, con l’idea di fare ancora di più.
I commenti
«Siamo cresciuti di tappa in tappa – ha sottolineato lunedì sera Andrea Candeli diretto al pubblico – e vi ringrazio di cuore per questa straordinaria partecipazione. Spero che, assieme a Banca Bcc Felsinea sempre vicina al mondo dell’arte, con i Comuni di Lama Mocogno e Pavullo, e spero anche con Polinago, il prossimo anno si possa ragionare di un festival in stile Dolomiti, perché i nostri numeri ormai sono quelli. E non abbiamo niente da invidiare in quanto a bellezza della location, con il fascino che ha questo luogo magico di Ponte del diavolo. Quando ho chiamato l’amico Andrea Vettoretti per proporgli un’esibizione in mezzo a un bosco, subito tentennava un po’. Io gli ho detto: “Vieni, vieni, vedrai che sarai sorpreso da quello che vedrai”. E così è stato, è rimasto contentissimo dell’atmosfera che si è creata questa sera. È la magia di questo luogo che permette queste cose. Ponte del diavolo, affondando le radici nella sua storia plurimillenaria, è un tempio naturale della musica e dell’arte, un luogo unico in cui in cui vivere luci, suoni, sensazioni ed emozioni».
Lunedì era presente anche Daniele Cornia, assessore alla Cultura di Pavullo (l’11 c’era il sindaco di Lama, Arnaldo Ricchi), che ha avuto parole di grande apprezzamento per l’evento, e la location: «È una cosa fantastica riuscire a valorizzare un luogo come questo, dove si sono succedute generazioni per millenni, con eventi così suggestivi – ha detto – faccio però anche un appello a preservare questo monolite, che purtroppo reca i segni di incisioni che lo deturpano: luoghi come questo sono il nostro passato, il nostro presente e sicuramente anche il nostro futuro».
«Parole belle quelle che invitano a proteggere i nostri luoghi – ha commentato Vettoretti – in sintonia con il messaggio del mio lavoro. Sono davvero felice di essere qui». Ed è stato anche un concerto inclusivo: nonostante la collocazione impervia, ha potuto assistervi anche una signora disabile, grazie alla joelette condotta con soddisfazione da Giorgio Meiattini e gli amici del progetto “La montagna per tutti, davvero”.