Bar Mario, per Ligabue una festa in famiglia al PalaPanini 30 anni dopo il debutto
Il diciottesimo raduno del fan club nell’anniversario di un suo concerto proprio al palasport di Modena: fans da tutta Italia, sul palco il figlio Lorenzo Lenny, tra il pubblico mamma Rina e tra gli organizzatori il fratello Marco
MODENA. Ha scelto ancora una volta il PalaPanini di Modena, Luciano Ligabue, per il diciottesimo raduno del Bar Mario, il suo affezionato fan club, e ha scelto una data particolare, ovvero il 23 novembre, il trentesimo anniversario di un suo concerto proprio nel palazzetto modenese.
Fans da tutt’Italia, trent’anni dopo
Tra i tanti presenti, probabilmente qualcuno c'era anche allora, qualcun altro invece ci sarà per diversi anni ancora, perché della famiglia del cantautore di Correggio fanno parte diverse generazioni. I fans sono arrivati da tutta Italia e il loro idolo è stato generosissimo nel ricambiarne l’affetto. Non è uno di tante parole Ligabue, eppure domenica pomeriggio ha risposto a parecchie domande, anche piuttosto personali, con la verità e la schiettezza che sono un suo marchio di fabbrica, nella vita come nei testi delle canzoni. Quelle canzoni che sono state la parte più importante di un evento durato per oltre tre ore e che ha visto alternarsi i tanti musicisti che storicamente hanno condiviso o condividono tutt'ora il palco con Ligabue.
Il concerto
Dopo il saluto di Andrea Barbi, che ha condotto il raduno intrattenendo il pubblico arrivato da un po’ tutta Italia, a prendere in mano gli strumenti sono stati “I Clandestino”: a loro il compito di rompere il ghiaccio con “Figlio di un cane” e “Non è tempo per noi”, poi “Piccola stella senza cielo” («L'unica canzone che ho fatto in tutti i miei concerti», svelerà Luciano in uno dei suoi scambi di parole con il pubblico), “Balliamo sul mondo” (con il piccolo incidente della caduta a terra, ma senza interompre il brano) e “Marlon Brando è sempre lui”. Il pubblico è già in delirio naturalmente, d'altra parte uno che ha all'attivo più di 900 concerti sa quello che deve fare. Uno dei due momenti “Karaoke” spezza un po’ il ritmo, prima che “La Banda”, altra band del Liga, lo accompagni in “I ragazzi sono in giro”, “Hai un momento Dio”, “Viva” e “Quella che non sei”. È già passata oltre un’ora, quando Luciano resta solo sul palco con la sua chitarra per suonare le canzoni più richieste in un sondaggio lanciato sui social nelle scorse settimane: ne escono delle perle che, come ammetterà l'autore, raramente entrano nei suoi live ma che è stato particolarmente emozionante riproporre, da “Sarà un bel souvenir” a “Cerca nel cuore”, fino a “Chissà se in cielo passano gli Who”. Il raduno del Bar Mario è un evento in famiglia, quella del Ligabue artista, ovvero i suoi tantissimi fans, e quella di Luciano, tra il pubblico c'è la mamma Rina, tra gli organizzatori c'è il fratello Marco, colonna portante del Bar Mario, e come batterista nell’ultima band che si esibisce c’è il figlio Lorenzo Lenny. Il rush finale è energia allo stato puro, con dieci pezzi suonati tutto d'un fiato, alcuni più carichi, tra gli altri “Questa è la mia vita”, “I duri hanno due cuori” e “Tra palco e realtà”, e qualche ballad, “A modo tuo” e “Certi notti”. A chiudere l’immancabile “Urlando contro il cielo”, con il pubblico che canta a squarciagola prima di lasciare il palazzetto con un sorriso che dice tutto.
