I 40 anni della pizzeria Vesuvio: «Il nostro legame con Modena va avanti»
Per il secondo anno di fila il locale della famiglia Pipolo, in via Rainusso, ha ottenuto i due spicchi del Gambero Rosso nella guida Pizzerie d’Italia 2026
MODENA. Continua a crescere il legame tra pizzeria Vesuvio e la città di Modena. Da sempre punto di riferimento in via Rainusso, la storica insegna modenese conferma anche quest’anno il proprio valore conquistando, per il secondo anno consecutivo, i due spicchi nella guida Pizzerie d’Italia 2026 del Gambero Rosso. Un riconoscimento importante, che premia la passione, la qualità degli ingredienti e la fedeltà alla vera tradizione napoletana, interpretata con uno stile che negli anni ha saputo dialogare con i sapori e l’identità emiliana.
La storia
Fondata negli anni ’80 dalla famiglia Pipolo, Vesuvio fu la prima pizzeria di Modena a proporre la pizza al metro, un’idea allora rivoluzionaria che conquistò da subito il pubblico cittadino. Un modo nuovo di vivere la pizza – da condividere, fetta dopo fetta – che ancora oggi rappresenta il cuore della sua filosofia. Oggi, a distanza di quarant’anni, Vesuvio continua a essere un simbolo di continuità e innovazione, unendo radici partenopee e spirito modenese in un equilibrio che ha portato la pizzeria a essere costantemente presente anche nella classifica “50 Top pizza”.
La ricorrenza
Il 2026 segnerà un traguardo speciale: i quarant’anni di attività a Modena, una ricorrenza che celebra non solo la longevità di un locale, ma il valore di una famiglia, di una squadra e di tutti coloro che, negli anni, hanno scelto Vesuvio come parte della propria quotidianità. In via Rainusso, ogni giorno, il profumo dell’impasto che lievita e il calore dell’accoglienza raccontano la stessa promessa di sempre: «Quella di una pizza genuina – racconta il titolare Luca Pipolo – capace di unire persone, storie e tradizioni. Proprio come fa Vesuvio dal primo giorno. Qui, nella nostra pizzeria di via Rainusso, proviamo ogni giorno a unire la tradizione e il futuro, abbracciando una terra, quella modenese, che ci ha ospitato e che continua a essere al centro della nostra attività».
