Gazzetta di Modena

La mostra

Al Ducale di Pavullo sedici artisti alla ricerca dell’umana dimensione

Michele Fuoco
Al Ducale di Pavullo sedici artisti alla ricerca dell’umana dimensione

Il percorso itinerante in tour fino a settembre lungo la via Emilia

10 gennaio 2024
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Pavullo Un’analisi sottilissima, non solo di sentimenti, operano Karin Andersen, Nicola Biondani, Alessandra Brown, Erica Conti, Gianluca Groppi, Federico Lombardo, Dayana Montesano, Morgan O’Hara, Nunzio Paci, Flavio Pacino, Ilaria Piccirillo, Elisa Rossi, Giovanni Giacomo Sementi, Giulia Sensi, Giuliana Storino, Wainer Vaccari e Gioele Villani, con le loro opere esposte, fino al 28 gennaio, al Palazzo Ducale di Pavullo.

Le opere rientrano nella mostra “Dell’umana dimensione. Arte e Visioni contemporanee lungo la Via Emilia”, a cura di Simona Negrini (responsabile della Galleria d’arte di Palazzo Ducale), Tiberio Cattelani, Alessandro Mescoli e dallo staff dell’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte con la collaborazione di Marcello Bertolla, Giorgia Cantelli e Massimiliano Piccinini.

I TEMI IN MOSTRA

È una ricognizione e una riflessione a vasto raggio, di una progettualità che si spinge nelle pieghe dell’animo, nella natura di ogni essere capace di sancire il diritto al piacere della propria libertà, anche creativa. Tante le situazioni irrelate in un vasto corredo di evocazioni, di nostalgie, di scavi interiori, fino alla radice del senso dell’esistere. Le opere disegnano anche una riflessione sul tempo, sul suo illusorio fluire, su sconfitte esistenziali e su un vuoto d’essere, sulla condizione umana, sulla solitudine, sul deserto quotidiano dei valori, ma anche sul misticismo e il senso del sacro. Non mancano richiami all’uomo che accoglie in sé anche le più singolari contraddizioni: la più alta dignità e la più profonda miseria.

«L’ECOSISTEMA NATURALE»

È interessante che la mostra accolga il lavoro di artisti affermati e in via di affermazione, scelti tra accademie, collezionisti e gallerie di tutta Italia, con una particolare attenzione al territorio. «Il percorso espositivo – spiega il team curatoriale – inizia con opere di Karin Andersen, artista visiva, che collabora come docente con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella. Il suo lavoro mette in discussione la visione antropocentrica dell’uomo nei confronti dell’ecosistema naturale e degli organismi che lo abitano. Nella sala del gruppo di artisti bolognesi dello spazio di via Marsala, Flavio Pacino presenta un’installazione di anatomia umana. Gioele Villani porta l’installazione tecnologica con un dispositivo programmato, attraverso algoritmi, che realizza disegni delle sue stesse componentistiche. L’installazione di disegni a grafite di Ilaria Piccirillo si basa sull’anatomia umana. Di Giulia Sensi è la video-animazione “Lo spirito tuffatore”, con un personaggio simbolico ispirato alle bambole Kachina della cultura Hopi nativa nordamericana. L’americana Morgan O’Hara espone disegni performativi ottenuti sincronizzandosi visivamente con i movimenti delle mani di persone impegnate a compiere azioni rituali o del quotidiano. Giuliana Storino, insegnante all’Accademia di Brera, presenta un’installazione in gesso ceramico, con i calchi delle sue mani impegnate a comporre nella lingua italiana dei segni LIS le parole “mano-umano-umanità”. Nelle altre sale, due maestri della pittura, Wainer Vaccari e Federico Lombardo, e anche la cesenate Erica Conti espongono opere con un universo di figure di un tempo indefinito o “del mito”. Nunzio Paci presenta light box ottenute retro-illuminando vere e proprie radiografie su pellicola, sulle quali incide elementi vegetali, con l’’ibridazione tra uomo e materia naturale tanto cara a D’Annunzio nella raccolta “Alcyone”. Una sala per il “sacro femmineo”, con i lavori di Dayana Montesano, l’anglo-italiana Alessandra Brown che propone un disegno con la Madonna della Bruna di Matera, il fotografo Gianluca Groppi che espone un’“Ultima Cena” in bianco e nero. Presente una grande tela di Elisa Rossi che guarda alla dea madre Gea. Nella stessa sala un dipinto del’600 di Giovanni Giacomo Sementi, prestato dalla Galleria d’Arte Ossimoro di Spilamberto diretta da Sergio Bianchi. Le ceramiche patinate del mantovano Nicola Biondani rappresentano persone tratte dal quotidiano”. Cinquantaquattro gli artisti impegnati, a rotazione, in questo progetto, a carattere itinerante. Ci sono state già alcune tappe. E fino a settembre, quando si conclude il “tour”, le mostre vengono ospitate in musei, luoghi storici, gallerie e spazi nelle provincie di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna».