Fuoriclasse

MODENA &Egrave; ormai dal settembre scorso che una nuova espressione &egrave; entrata nel vocabolario dei residenti nel Comune di Modena. “Carta Smeraldo”: nome quanto mai accattivante per quella sorta di “pass” la cui funzione &egrave;, in breve, permettere l’apertura dei bidoni dell’indifferenziata. La carta verde rientra nella nuova modalit&agrave; di raccolta rifiuti, gestita da Hera, che prevede la compresenza di una raccolta “porta a porta integrale” e un modello misto di “raccolta stradale e porta a porta”. Tuttavia, &egrave; inutile negare che il nuovo sistema abbia generato non poche criticit&agrave;. Il primo problema si verifica gi&agrave; alla consegna del pass, solitamente a domicilio. In caso di assenza del proprietario, la carta deve per&ograve; essere ritirata in sede Hera, presso la cosiddetta Casa Smeraldo: questa misura, che non costituisce un problema per la maggior parte delle persone, risulta invece ostica per le fasce pi&ugrave; deboli della popolazione. Non solo: anche la quantit&agrave; di cards consegnate per unit&agrave; familiare (una ogni tre componenti) pu&ograve; risultare insufficiente e limitante per famiglie molto numerose. Un’altra problematica riguarda invece la grandezza e il numero dei bidoncini dell’umido forniti ad ogni abitazione, spesso e volentieri troppo piccoli e troppo pochi rispetto al quantitativo di spazzatura prodotto da una famiglia media. L’assessore Alessandra Filippi si dimostra per&ograve; inaspettatamente ottimista: &laquo;In realt&agrave; una famiglia normale, ovvero senza animali n&eacute; bambini e senza contare eventuali assorbenti e pannolini, potrebbe usufruire del bidone dell’indifferenziata una volta al mese&raquo; o, nelle prospettive pi&ugrave; rosee, &laquo;un mese e mezzo&raquo;. Tuttavia, se il problema riguardasse esclusivamente i singoli appartamenti, non si potrebbe parlare di un danno al decoro pubblico. Purtroppo, in realt&agrave;, la questione si estende agli spazi condominiali comuni. Cortili interni, sottoscala, zone adibite all’alloggiamento dei contatori: &laquo;Hanno tutti degli spazi da qualche parte&raquo; riassume Fabia Ferrioli, responsabile dei servizi ambientali di Hera. Tutti gli spazi possono essere invasi dai carrellati in cui carta e plastica, utopisticamente, dovrebbero confluire e sostare per una notte in attesa della raccolta porta a porta, che avviene – solo – una volta a settimana. Se le criticit&agrave; precedentemente emerse non sembrano sufficienti, si pensi che, prima ancora della sua attuazione, a confondere i cittadini &egrave; stata la comprensione del nuovo sistema. A titolo di esempio si consideri la nuova modalit&agrave; di funzionamento del pedale, che da oggi serve solo per chiudere il cassetto della pattumiera. Nonostante le complicazioni che il rivoluzionario modello comporta, Hera chiede la collaborazione della cittadinanza affinch&eacute; si realizzi l’obiettivo di incrementare la quantit&agrave; di spazzatura differenziata, che &egrave; poi il fine di questo progetto. Ad ogni modo, pur essendo lo scopo prefissato indiscutibilmente nobile, sostenere, con le parole dell’assessore Filippi, che questa vera e propria rivoluzione sia &laquo;un percorso obbligato&raquo; che &laquo;pu&ograve; piacere o no, ma &egrave; un cambio culturale inderogabile&raquo; potrebbe portare i cittadini a percepire questo cambiamento come un’imposizione dall’alto, piuttosto che come il frutto di un confronto tra pari. Se quella che si propone &egrave; un’effettiva rivoluzione culturale, allora deve essere realizzata immergendosi completamente nella realt&agrave; modenese, non quella dei calcoli, delle statistiche e delle utopistiche famiglie normali, bens&igrave; quella stratificata in fasce generazionali diverse per interessi e bisogni. Nel tentativo di instillare maggiore consapevolezza nella cittadinanza bisogna tenere presente il rischio di esercitare, attraverso, per esempio, i sacchetti codificati per il tracciamento, un controllo sempre pi&ugrave; rigido sulle scelte dipendenti solo dalla morale e dal senso civico dei modenesi. La sensibilit&agrave; ecologica non &egrave; direttamente proporzionale all’aumentare delle restrizioni: la limitazione dell’accesso ai bidoni dell’indifferenziata, come previsto, risulta invasiva e va a scapito di quella porzione di cittadini che gi&agrave; prima svolgeva diligentemente la raccolta dei rifiuti. Davvero sensibilizzare significa vincolare le scelte della comunit&agrave; alle decisioni di un ristretto gruppo di individui, postisi come fine ultimo l’estensione alla cittadinanza di un’etica sicuramente nobile ma non per questo universalmente condivisibile? I risultati ad oggi si vedono solo in parte, perduti tra sacchi abbandonati, Carte Smeraldo da rincorrere e cassonetti che si volatilizzano dalle strade per riapparire negli androni. l Alessandra Fratti Sabrina Fogliani Ilaria Giglioli &nbsp;

MODENA &Egrave; ormai dal settembre scorso che una nuova espressione &egrave; entrata nel vocabolario dei residenti nel Comune di Modena. “Carta Smeraldo”: nome quanto mai accattivante per quella sorta di “pass” la cui funzione &egrave;, in breve, permettere l’apertura dei bidoni dell’indifferenziata. La carta verde rientra nella nuova modalit&agrave; di raccolta rifi...

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