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Intercultura. Un’esperienza di volontariato per allargare gli orizzonti

Intercultura. Un’esperienza di volontariato per allargare gli orizzonti

07 marzo 2023
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«Abbracciare Intercultura significa aprire la mente, diventando veri cittadini del mondo».

Questo è il motto di Intercultura. Intercultura è un’organizzazione di volontariato senza scopo di lucro che promuove il dialogo interculturale e gli scambi scolastici internazionali. Ci siamo messi in contatto con due volontarie del centro locale di Modena, Chiara Turci e Ilaria Costi, e abbiamo chiesto loro di raccontarci del mondo di Intercultura.

«Intercultura nasce come partner italiano della rete AFS, acronimo per American Field Service, un’organizzazione di ambulanzieri che soccorrevano i feriti di guerra durante la prima guerra mondiale - spiega Chiara - Dopo i due conflitti mondiali si manifesta la necessità di conoscersi tra culture per poter prevenire ulteriori conflitti: negli anni Cinquanta si formano le prime organizzazioni partner di vari paesi europei tra cui Intercultura Italia. Intercultura si rivolge agli studenti in quanto sono persone che stanno costruendo la propria identità, per cui sono in grado di imparare a conoscere e assimilare realtà diverse».

Ilaria nel 2018 ha partecipato ad un programma annuale nelle Filippine e ci confessa: «Una parte di me è rimasta dall’altra parte del mondo. Nel momento in cui sono arrivata lì mi sono costruita una seconda vita: ho avuto una nuova famiglia, dei nuovi amici e ho frequentato un’altra scuola».

Ma se questa esperienza le è rimasta nel cuore è soprattutto grazie alla comunità che l’ha accolta: «I Filippini trovano sempre un motivo per sorridere, anche nei momenti più bui: per loro la felicità è tutto».

Chiara nel 2013 ha trascorso un anno in Thailandia e ci ha raccontato quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a scegliere un paese così lontano dal nostro: «La mia scelta è stata guidata dai volontari: inizialmente ero molto impostata sul voler andare in un paese anglofono, principalmente per il fattore linguistico. Poi, però, ho imparato a vedere la lingua come mezzo e non come fine».

Le volontarie concordano sul fatto che l’esperienza non è sempre semplice da affrontare: «Sicuramente c’è una grande componente nostalgica, anche perché lo stile di vita dei paesi del sud-est asiatico è quasi agli antipodi rispetto a quello italiano».

Ma nonostante le difficoltà, esortano a non lasciarsi scoraggiare: «Intercultura, come il progetto Erasmus, si pone come obiettivo quello di costruire cittadini del mondo. I volontari di AFS seguono tutto il percorso dei ragazzi, prima, durante e dopo l’esperienza all’estero. Il percorso di formazione aiuta gli studenti ad affrontare le difficoltà: i ragazzi hanno bisogno di una guida e di un sostegno e questa figura la si ritrova sia nei volontari italiani che in quelli esteri».

Un altro punto fondamentale per il progetto Intercultura è la famiglia che accoglierà lo studente: «Quando si parla di studenti adolescenti, la famiglia ospitante è un punto chiave per l’inserimento nella comunità. Infatti, ciò che accomuna gli studenti e la famiglia ospitante è proprio la voglia di esporsi e di conoscere una nuova realtà».

Sono tante le competenze trasversali che le volontarie hanno appreso durante il loro percorso: «Ciò che ci ha lasciato questa esperienza è l’elasticità mentale che ci sarà utile ad adattarci a nuove realtà. In un mondo che diventa sempre più globalizzato, dobbiamo essere in grado di esporci in maniera produttiva, avere uno scambio proficuo con i nostri vicini del mondo. Perché questo avvenga è necessario affrontare questo tipo di esperienza all’estero negli anni formativi della vita».l

Eugenia Morselli

Alice Bolzon

Sofia Gennari

Elisabetta Bruno

Chiara Zapparoli

Giacomo Marsiglietti

Elena Guaraldi

Giulia Bai