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«La migliore terapia è stare insieme», così afferma Barbara Zanni, segretaria di Aut Aut di Cognento. L’associazione modenese coordina attività educative rivolte a ragazzi e adulti autistici per far fronte alla solitudine che «è una parola molto ricorrente per quanto riguarda la disabilità. L’organizzazione prende vita nel 2003 proprio da alcune famiglie. Esse si pongono l’obiettivo di aggregarsi per “creare una cultura dell'autismo e dare l’opportunità a questi ragazzi di vivere in un mondo normale e sempre più integrato». Vengono proposte diverse attività suddivise in due macroaree: la prima si svolge al mattino ed è dedicata alle terapie cognitivo-comportamentali individuali dei bambini più piccoli che possono migliorare e arginare alcuni comportamenti. Ma in ogni caso rimane indispensabile «entrare nell’ottica di accettare la persona che si ha davanti». La seconda invece ha luogo nel corso del pomeriggio e pone l’attenzione sui ragazzi adolescenti: si propongono laboratori di aggregazione e inclusione ad esempio l’orto, il calcio e il rugby. Quest’ultimo in particolare, viene organizzato in modo «integrato, parola molto importante per noi». Ci sono inoltre momenti di condivisione di una semplice serata, aperti anche ad attività esterne di volontariato o servizio scout, con film o una pizzata, svolti regolarmente il mercoledì. E’ un modo per ricreare la quotidianità comune tra i ragazzi a loro coetanei. «Straordinario come voi ragazzi siate abituati a rapportarvi con questa realtà. È invece strano che le persone più grandi abbiamo un approccio, seppur gentile, però con modalità del genere “poverino, che sfortuna…”. È proprio diversa la consapevolezza generazionale». Nel corso dell’intervista non sono mancati racconti di episodi piacevoli avvenuti in sede. Barbara Zanni racconta dell’uso ricorrente del termine “aut” associato ai nomi dei vari laboratori, ad esempio “Aut-Art”, “Pop-Aut”. «Un giorno arrivo in associazione e sulla porta del bagno c’era scritto “Gabin-Aut”». I ragazzi sono spassosi e «il modo migliore per relazionarsi con loro è proprio relazionarsi» e cercare di essere il più spontanei possibili. L'aiuto alle famiglie inoltre non è posto in secondo piano: ormai ce ne sono più di cento e i numeri sono ancora in aumento. Purtroppo c’è la tendenza da parte di alcune di evitare la socializzazione per paura del pregiudizio e del confronto con la realtà esterna. Per questo Aut Aut dà la possibilità di partecipare ad attività formative dedicate alle famiglie, organizzando anche vacanze durante il periodo estivo. Inoltre da alcuni anni presso la Polisportiva Cognentese, il distretto ceramico di Sassuolo e nella zona della Terra dei Castelli viene organizzato il centro estivo. Infine a partire dal 2016 è stato avviato il Tortellante, un progetto di laboratorio terapeutico-abilitativo per migliorare l’attività in team e sensibilizzare sul tema dell’autismo. Offre sostegno alle famiglie che devono risolvere ogni giorno alcuni problemi e confrontarsi è sicuramente utile. I ragazzi hanno diversi livelli di abilità ma non per questo sono «meno persone di altri», anzi. Sono sempre arricchenti e capaci di mostrare alle persone un diverso modo di vedere la vita e le cose. Il problema dell’inclusione è rilevante perché non è sempre facile comprendere una realtà che non si vive in prima persona. «In un mondo abituato alla diversità alcuni comportamenti non sono visti come un problema ma in un mondo che si sta abituando alla diversità a volte può essere più difficile».l Annalisa Guidetti Cecilia Sarti © RIPRODUZIONE RISERVATA

«La migliore terapia è stare insieme», così afferma Barbara Zanni, segretaria di Aut Aut di Cognento. L’associazione modenese coordina attività educative rivolte a ragazzi e adulti autistici per far fronte alla solitudine che «è una parola molto ricorrente per quanto riguarda la disabilità. L’organizzazione prende vita nel 2003 proprio da alcune famiglie. Esse si pongono l’obiettivo di aggregar...

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