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Rette delle Cra, 10 milioni per azzerare gli aumenti: come richiedere il rimborso

Rette delle Cra, 10 milioni per azzerare gli aumenti: come richiedere il rimborso

Accordo tra Regione Emilia Romagna, sindacati e Comuni con lo stanziamento di fondi straordinari per il 2024. Le riduzioni sulla base dell’Isee sociosanitario

07 giugno 2024
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BOLOGNA. La Regione Emilia Romagna ha stanziato risorse aggiuntive a bilancio, per un importo totale di 10 milioni di euro, per mitigare gli aumenti delle rette nelle Case di residenza per anziani.

In accordo con Anci e Sindacati, i 10 milioni verranno assegnati ai Comuni attraverso il Fondo sociale regionale per sostenere gli utenti e le famiglie con redditi medio-bassi e bassi.

L’accordo

Il verbale di accordo è stato sottoscritto il 31 maggio da Regione Emilia Romagna, sindacati (Cgil, Cisl e Uil, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp) e Anci.

L’impegno economico straordinario programmato dalla Regione consente agli ospiti delle case residenza per anziani non autosufficienti di non subire gli aumenti delle rette per il 2024, potendo contare su una diminuzione di 4,10 euro al giorno (per un totale indicativo annuale superiore a 1.300 euro) nel caso in cui abbiano un Isee sociosanitario di valore uguale o inferiore a 12.000 euro e non siano già destinatari di riduzione della compartecipazione alla spesa del servizio da parte del Comune di residenza.

Anche coloro che hanno un Isee sociosanitario residenze di valore inferiore o uguale a 20.000 euro potranno contare su una riduzione della retta di frequenza pari a 3 euro al giorno.

Tutte le persone attualmente inserite presso una casa residenza per anziani accreditata e contrattualizzata, o coloro che hanno avuto inserimenti in queste strutture nel corso del 2024, anche nel caso si siano conclusi, verranno contattati e invitati a predisporre l’Isee sociosanitario residenze, che dovrà essere predisposto entro il 20 settembre 2024.

Il commento dei sindacati

Soddisfatti i sindacati: «Cgil Cisl Uil, unitamente alle categorie dei pensionati, esprimono soddisfazione per l’intesa applicativa della parte relativa al 2024 dell’accordo del 6 febbraio che ha chiuso la “vertenza rette” sull’aumento a carico degli utenti delle strutture residenziali per anziani non autosufficienti accreditate», si legge in una nota.

«Si recupera così in modo sostanziale la frattura determinata dalla decisione unilaterale della Regione di aumentare le rette», proseguono i sindacati. Che illustrano i dettagli: «L’accordo prevede, l’azzeramento dell’aggravio per gli utenti delle Cra con Isee socio sanitario residenze fino 12.000 euro. Per coloro invece che hanno un Isee compreso fra 12.000 e 20.000, ci sarà una restituzione pari a 3 euro per ogni giorno di ricovero. Il risparmio per gli utenti e le famiglie si attesta così, per l’intero 2024, fra 1.005 e 1.373 euro. La procedura per accedere allo sgravio risulta semplificata: sarà sufficiente produrre la Dsu per l’Isee entro il 30 settembre e presentare una domanda di restituzione, secondo le indicazioni contenute nella lettera che sarà inviata ad ogni utente». 

«La mobilitazione realizzata nei territori da Cgil Cisl Uil e dai pensionati ha prodotto un risultato concreto particolarmente rilevante in una fase di grande difficoltà per le famiglie, i pensionati ed i lavoratori, con ridotto potere d’acquisto di salari e pensioni, erosi dalla spinta inflazionistica e dall’aumento del costo della vita. Inoltre la restituzione calibrata su base Isee rappresenta un’importante innovazione ed un incentivo all’utilizzo di questo strumento, soprattutto in vista dell’obiettivo lungamente rivendicato dalle organizzazioni sindacali di prevedere un sistema tariffario articolato in base all’Isee lineare. A decorrere dal 2025 infatti, in corrispondenza dell’entrata in vigore del nuovo accreditamento, secondo quanto concordato con la Regione, per ogni utente sarà calcolata una retta personalizzata, sulla base della specifica condizione economica e patrimoniale, considerando così in modo puntuale l’effettiva capacità di compartecipare alla spesa socio-sanitaria».

«L’impegno sindacale – concludono i sindacati – prosegue ora per una positiva revisione della disciplina dell’accreditamento dei servizi e delle prestazioni socio-sanitarie, con l’obiettivo di rafforzare il governo pubblico del sistema e di migliorarne l’organizzazione sia per gli utenti che per gli operatori e le operatrici, e per un sistema tariffario omogeneo a livello regionale improntato a criteri di equità sociale.