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La testimonianza

Da Fanano al parto sprint in strada: «Penalizzati dalla chiusura di Pavullo»

di Ginevramaria Bianchi
Da Fanano al parto sprint in strada: «Penalizzati dalla chiusura di Pavullo»

I genitori della piccola Giulia, nata in ambulanza, ringraziano il Policlinico di Modena ma rilanciano il tema del punto nascita

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MODENA. È stato difficile. Forse avremmo preferito un parto meno complesso da gestire, sia fisicamente che emotivamente. Ma ormai è tutto passato. Abbiamo nostra figlia tra le braccia, che è vivace e sana. E questo è l’importante».

Sono parole piene di soddisfazione, ma che lasciano trasparire anche un po’ di malcontento, quelle di Francesca Lorenzini e Simone Bononi, genitori della piccola Giulia, nata in ambulanza lungo il tragitto da Fanano al Policlinico di Modena.

La coppia, residente a Fanano, ha infatti riscontrato non poche difficoltà durante il travaglio, visto che il punto più vicino a loro in cui fosse possibile partorire dista circa sessanta chilometri dalla loro abitazione. «Come si fa?».

Il rimpianto di Pavullo

«Non voglio fare polemica, ma questo caso conferma che sarebbe stato meglio avere il punto nascita di Pavullo aperto – commenta il padre – Siamo quasi ad agosto e le strade non erano affollate. Ma nei casi di estremo traffico o di forti nevicate, come fanno le persone che abitano in Appennino a recarsi velocemente al Policlinico in caso di un'emergenza come questa? – sollecita – E poi le strade di montagna sono impervie e non sempre sicure, non per forza a causa della loro struttura, ma anche per la presenza di eventuali animali selvatici». Bononi quella notte era rimasto a casa con la primogenita di tre anni, Cloe, visto che la compagna preferiva in quel momento avere al suo fianco la madre; ma confessa di «essere stato parecchio in apprensione all'idea che fossero sole per strada».

«Montagna penalizzata»

«Il bacino montano è stato penalizzato dalla chiusura del punto nascita di Pavullo – prosegue la compagna Francesca – Noi ci siamo trovati molto bene al Policlinico, sia con la prima gravidanza che con la seconda, che sono state assistite da un team davvero efficiente e premuroso. Purtroppo, però il tragitto mi ha messa in difficoltà. Ho sperato che mi facessero sistemare a Vignola, ma non potevano tenermi lì, gli unici punti adibiti al parto sono quelli degli ospedali di Modena e Sassuolo. Non è possibile».

«Grazie al Policlinico»

Al di là di tutto, la coppia riferisce di essersi trovata estremamente bene con i professionisti del Policlinico, dove Francesca è poi arrivata con la madre e la neonata Giulia, venuta al mondo presso la rotonda del Grappolo alle 4.13 tra la scorsa domenica e ieri.

«Mi hanno dato molto supporto, ne avevo bisogno – riprende Francesca – erano tutti gentili e rassicuranti. Durante il travaglio e il parto, sapevo che eravamo in ottime mani, mi ero già affidata a loro durante la mia prima gravidanza, ed eravamo rimasti estremamente soddisfatti. Il team medico è stato eccezionale, attento a ogni dettaglio, e questo ha alleviato un po' la tensione. Tuttavia, non posso fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato diverso se avessimo avuto un punto nascita più vicino».

«Più sicurezza»

Ma nonostante le difficoltà logistiche e la complessità del parto, Francesca e Simone sono grati di avere una bambina sana: «Ogni volta che guardiamo Giulia – confessano – sappiamo che ne è valsa la pena. Siamo davvero fortunati ad averla qui con noi. Ciò non cambia il fatto che il nostro territorio abbia bisogno di migliori strutture sanitarie per garantire sicurezza e tranquillità a tutte le famiglie».