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La protesta

Modena, lavoratori in presidio alla Panini: «Ridateci le ore di smart working»

di Gabriele Farina
Modena, lavoratori in presidio alla Panini: «Ridateci le ore di smart working»

I sindacati chiedono di rendere la sperimentazione una misura strutturale

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MODENA. «Meno fumi, più fumetti». Davanti alla sede di Modena della Panini, in via Emilio Po, oltre quaranta persone, tra lavoratori e sindacalisti, hanno manifestato ieri mattina per rivendicare il lavoro da casa, dimezzato dal colosso modenese.

Lavoratori come figurine

«Lo smart working è il futuro – ha detto un’impiegata in via Emilio Po – Per quattro anni il telelavoro ha funzionato molto bene, adesso sembra di tornare indietro».

I manifestanti si sono incorniciati come fossero le figurine che da decenni rendono celebre l’azienda modenese nel mondo. I ruoli sono però diversi da quelli dei calciatori: non difensore, centrocampista e attaccante, ma contestatore, scioperante e smartworker.

«Ci piace il nostro lavoro»

«Vogliamo lavorare perché ci piace il nostro lavoro – ha aggiunto un’impiegata – Vogliamo però poterlo fare a casa con i nostri diritti e avere una vita migliore».

«Dopo una trattativa di qualche mese, l’azienda ha deciso di ridurre drasticamente le giornate di smart working – ha detto Giorgio Benincasa, segretario provinciale del Slc-Cgil – che sono passate da 88 a 44 all’anno: per noi è inaccettabile».

Il sindacato di categoria della Cgil e della Cisl (Fistel) chiedono di confermare i 44 giorni di lavoro agile all’anno, garantendone altrettante a chi ne avesse esigenza. Inoltre, chiedono che la misura sia strutturale.

«Meno traffico e stress»

«Lo smart working è un potente strumento di conciliazione vita/lavoro – è intervenuto Mario Da Rin Zanco, delegato sindacale della Cgil – riduce il traffico e lo stress dei dipendenti e non ha ripercussioni negative sulla produttività aziendale, come dimostrato negli ultimi due anni di applicazione».

«Con lo smart working possiamo stare vicino alle famiglie e alle persone a cui vogliamo bene, inquinare meno e l’azienda al tempo stesso non ne risente in termini di produttività – ha aggiunto un lavoratore – anzi, i numeri parlano per noi».

«Vivere bene, lavorare meglio» è uno slogan che campeggia in cartelloni usati dai manifestanti per far sentire la propria voce. Altre scritte mettono al centro la sostenibilità, come «Viaggio in ferrovia? Lavoro a casa mia». A sinistra il disegno di un treno inquinante, a destra una lavoratrice sorridente.

«La Panini si adegui»

«Il mondo va avanti e non bisogna fermarsi», ha insistito un lavoratore della sede modenese. La decisione della Panini è un «vero controsenso» per Edmund Agbettor, referente territoriale della Fistel Cisl Emilia Centrale.

«Chiediamo che la Panini, azienda leader nel mondo per le figurine e altri prodotti, si adegui ai cambiamenti che tutto il mondo sta subendo – ha rimarcato Agbettor – Dobbiamo governare lo smart working e la sostenibilità è un tassello importante: il lavoro agile toglie tante macchine dalle strade».

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