Bosco del fiume Secchia, Ente Parchi conferma: «Troppi alberi tagliati»
Lettera indirizzata alla Regione Emilia Romagna, ai Comuni interessati e ai carabinieri forestali dopo la relazione di Aipo, trasmessa anche all’autorità giudiziaria, in cui “la stessa impresa appaltatrice ha dichiarato di essersi resa conto di aver operato in difformità di quanto previsto”
MODENA. Dopo lo stop alle operazioni di taglio degli alberi nella riserva naturale e sito Rete Natura 2000 “Cassa di espansione del Fiume Secchia”, l’agenzia Aipo, titolare degli interventi, ha prodotto una corposa relazione sullo stato dei lavori – trasmessa anche all’autorità giudiziaria – dove dà conto dei rilievi effettuati che dimostrano “difformità tra quanto previsto in progetto e quanto eseguito” rispetto ai tagli boschivi, aggiungendo che “la stessa impresa appaltatrice ha dichiarato di essersi resa conto di aver operato in difformità di quanto previsto, assumendosi la responsabilità e dichiarandosi disponibile ad attività di ripristino con nuove piantumazioni”, che andranno ad aggiungersi alle misure di compensazione ambientale già previste nel progetto approvato.
La denuncia dell’Ente Parchi
A comunicarlo è l’Ente Parchi Emilia Centrale, gestore della riserva, «nel ribadire che non sono mai venuti meno in questi mesi i controlli di propria competenza, ha prontamente chiesto ad Aipo di interrompere ogni ulteriore intervento di taglio o movimentazione dei terreni che possa compromettere le aree rimanenti e ha chiesto di fornire tutta la documentazione necessaria a definire la difformità tra quanto previsto nel progetto approvato a e quanto avvenuto sino alla sospensione dei lavori».
L’Ente Parchi chiede anche ad Aipo un «immediato coinvolgimento e condivisione in merito alla redazione della variante di progetto che presumibilmente dovrà prevedere remissioni in pristino dello stato dei luoghi ed ulteriori compensazioni rispetto al progetto approvato».
Informati anche i carabinieri forestali
La lettera dell’Ente Parchi è indirizzata anche alla Regione Emilia-Romagna (che ha già interessato il Ministero dell’Ambiente della vicenda), ai Comuni interessati e ai comandi dei carabinieri forestali, a cui l’Ente chiede il coinvolgimento per i rilievi ed il riscontro di eventuali violazioni, mettendo a disposizione il proprio personale di vigilanza.