Vertenze emiliane, il ministro Urso fiducioso: «Per l’ex Bellco ci sono 6 investitori»
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy a Bologna ha parlato della situazione difficile dell’azienda biomedicale mirandolese ma anche di La Perla, Berco e Toyota
BOLOGNA. La Perla. La Berco. L'Ex Bellco. La Toyota. Sono tante le aziende emiliano-romagnole protagoniste delle vertenze sul tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy. A parlare, ieri, delle problematiche delle aziende in crisi nella nostra regione è stato il ministro Adolfo Urso, a Bologna per l'inaugurazione della “Casa del Made in Italy”.
La Perla a Bologna
A partire dal destino del gruppo La Perla. «Siamo convinti che ci sia una soluzione industriale di alto profilo che riaffermi il valore di questo marchio storico italiano. Sono sicuro che alla fine, malgrado tutto, si riuscirà ad attivare una procedura concordata sia con gli altri commissari giudiziali che con l’amministrazione commissariale inglese. Noi non ci arrendiamo facilmente, anzi non ci arrendiamo mai» ha assicurato il ministro. «In un caso molto complesso che riguarda l'amministrazione commissariale di un’altra natura, di un tribunale e di altre nazioni, gli inglesi, dovremmo riuscire a definire un accordo che consenta di unire insieme, come dev’essere, lo stabilimento con le sue straordinarie lavoratrici con il marchio», ha affermato Urso.
La Toyota a Bologna
Il ministro ha parlato anche della Toyota, dove mercoledì scorso, a Bologna, un'esplosione ha fatto due vittime e 11 feriti. «Con il ministro al Lavoro, Marina Elvira Calderone, incontrerò i rappresentanti di questa multinazionale e assicurare loro che faremo tutto il possibile, per quanto ci riguarda, per creare le migliori condizioni per l'attività produttiva che svolgono nel territorio. Perché vogliamo che restino in Italia» ha annunciato.
La Berco a Copparo
E poi c'è la Berco di Copparo (Ferrara) che, da un giorno all'altro, ha annunciato 550 esuberi. «Abbiamo convocato il tavolo per il 5 novembre, perché sappiamo quanto forte sia l'impatto occupazionale qui in Emilia-Romagna e anche, in misura parziale, nel Veneto» ha spiegato Urso. «Noi vogliamo assolutamente confrontarci con l’azienda, affinché abbia una postura di responsabilità nei confronti degli occupati che, per lungo tempo, hanno salvaguardato i livelli produttivi dell'azienda» ha avvertito.
Le crisi già risolte
«Come Ministero delle Imprese seguiamo tante situazioni di crisi, anche qui in Emilia-Romagna, e i risultati sono incoraggianti – ha rivendicato il ministro -. Abbiamo salvato e riconvertito il sito di Marelli a Crevalcore e abbiamo affrontato in maniera positiva, supportando l'accesso del nuovo significativo player industriale, le problematiche di Industria italiana autobus. Stiamo affrontando con lo stesso spirito assertivo e con la stessa strumentazione altre crisi evidenti». «Non c'è stato un caso di crisi giunta al Mimit – ha insistito Urso – che abbia comportato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento degli operai. In tutti i casi siamo riusciti, col concorso di tutti gli attori, a porlo in una strada di ripresa produttiva o riconvertendo il sito con altri produttori».
L’ex Bellco a Mirandola
Qui arriva una speranza concreta per l’ex Bellco di Mirandola: «È quello che probabilmente accadrà – confida infatti il ministro – con un’importante azienda del biomedicale a Mirandola», la Mozarc Medical, «dove sappiamo che ci sono almeno sei, sette potenziali investitori disposti a rilevare quel sito produttivo. Ecco: la nostra intenzione è quella di affrontare ogni tavolo di crisi con la volontà industriale di mantenere il sito e quindi le sue capacità occupazionali anche se, stavolta, bisognerà accompagnarlo in una riconversione industriale».