Una “ghost bike” ricorda Oussana, investito e ucciso a 19 anni sulla via Emilia: «Serve più sicurezza» – Video
Una bicicletta bianca posta nel luogo in cui è morto il giovane a Castelfranco, iniziativa promossa da Fiab insieme ad altre associazioni modenesi per ricordarlo e sensibilizzare sul tema della sicurezza stradale a tutela di pedoni e ciclisti
CASTELFRANCO. Una “ghost bike” bianca per ricordare un ciclista che non c’è più, vittima dell’ennesima tragedia della strada. È stata posta ieri mattina dalla sezione di Modena della Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) in via Emilia a Castelfranco all’altezza del civico 114 dove il 28 gennaio è stato travolto e ucciso il 19enne Oussana Haymouda.
Il significato del gesto e la sensibilizzazione
Un gesto simbolico, per sensibilizzare sull’importanza dei comportamenti corretti alla guida ma anche sulla necessità di opere a tutela della mobilità dolce. «Oussana era solo un ragazzo, e usava la bici per andare a lavorare – ha sottolineato Ermes Spadoni, presidente Fiab Modena – dimostrando che c’è chi in bici si muove per necessità. Perché ci sia sicurezza sulla strada bisogna che tutti rispettino le regole: sia chi guida mezzi pericolosi sia noi ciclisti, che dobbiamo essere più attenti. Le persone devono poter arrivare a casa in sicurezza, indipendentemente dal mezzo che usano. Quindi andiamo piano, guardiamo sempre davanti mentre guidiamo, e quando sorpassiamo i ciclisti facciamolo rispettando la distanza di sicurezza, che col nuovo Codice della strada è di un metro e mezzo. Poi è chiaro che servono anche altre cose. Innanzitutto una politica di controllo della velocità, nelle aree cittadine e in quelle extraurbane. E poi le ciclabili, fuori dai centri urbani, devono essere separate dal traffico automobilistico. Una ciclabile della via Emilia è assolutamente necessaria, e infatti è stata inserita nella programmazione regionale».
La necessità di percorsi ciclabili sicuri
«Qui mancava l’infrastruttura – ha rimarcato Davide Paltrinieri, portavoce della campagna “Modena 30” – e se manca il percorso separato chi guida deve capire che la strada deve essere condivisa. E avere quindi un’andatura tale da permettere a tutti di spostarsi sulle strade, che non sono solo per le auto. Il nuovo Codice ha inasprito le pene per abuso di alcol o droga, ma gli incidenti da essi causati sono meno del 10%. Bisogna guardare anche dove vanno i numeri, e i principali problemi sono legati alla velocità: qui se la velocità fosse stata più bassa molto probabilmente non avremmo avuto una vittima». «Il tema centrale è cercare avere ciclabili nel percorso casa-lavoro – ha detto Sarah Testoni, assessore all’Ambiente di Castelfranco – ma si tratta di opere che è complicato inserire su tratti stradali esistenti. Da Castelfranco c’è una ciclabile per Modena, ma ti costringe a passare per Gaggio, aumentando i chilometri. La domenica è scelta da tanti, ma non aiuta a spostare il traffico legato alla mobilità quotidiana. Il tratto dell’incidente, in via Emilia, non è di competenza comunale ma regionale: se si vuole realizzare una ciclabile, bisognerà affrontare complesse questioni legate a spazi e a possibili espropri».
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