Zona rossa al Novi Sad, ecco come funziona: dal presidio agli allontanamenti
La “ricetta” della Prefettura per intervenire su un’area in cui negli ultimi mesi sono degenerati gli episodi di violenza in particolare tra i giovani
MODENA. Magari non sarà una zona blindata, ma senza dubbio sarà un’area sulla quale l’attenzione sarà altissima, e soprattutto per la quale saranno attivi strumenti extraordinari. Del resto, lo stesso prefetto di Modena Fabrizia Triolo, nell’intervista pubblicata dalla Gazzetta, ha parlato di «zona che in questo momento ha la febbre».
Escalation di violenza preoccupante
Succede al Novi Park, che dopo l’ennesimo episodio di violenza avvenuto martedì 11 febbraio - un giovane è stato ferito alla gola con i cocci di una bottiglia al culmine di una lite, anche se per fortuna l’esito non è stato drammatico - ora è l’area numero uno al centro dell’attenzione del Comitato per l’ordine pubblico di Modena. Un’attenzione che prevede due azioni, come illustrato dalla dottoressa Triolo: la prima è quella di un rafforzamento dei controlli, previsto per la settimana prossima, per tre mesi e grazie al coinvolgimento di tutte le forze dell’ordine e della polizia locale. Ma la novità potrebbe arrivare dal secondo provvedimento: la Prefettura sta valutando la possibilità di attivare la zona rossa per il Novi Sad, secondo quanto previsto da una direttiva del ministero dell’Interno arrivata alla fine del 2024.
Come funziona e quali altri città lo fanno
Ma di cosa si tratta, e quali potrebbero essere le novità se il prefetto decidesse di trasformare l’ex parco del foro boario in zona rossa? In sostanza, per rafforzare i dispositivi di sicurezza nelle città, il ministro Piantedosi ha previsto la possibilità di individuare una serie di aree urbane nelle quali vietare la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali per poterne di conseguenza disporre l’allontanamento. Una carta che negli ultimi mesi dell’anno scorso si sono giocate Bologna e Firenze, dove il provvedimento ha portato a controllare 14mila persone, con 111 provvedimenti di allontanamento. Visti i risultati positivi, lo strumento è stato adottato da diverse realtà anche per la notte di Capodanno scorso, per essere poi ulteriormente esteso anche a città vicine a Modena nelle ultime settimane. Gli esempi più prossimi e più recenti sono quelli di Reggio e Verona, dove le zone rosse sono appena state istituite.
Il provvedimento adottato a Reggio Emilia
In particolare, dall’altra parte del Secchia il nuovo provvedimento ha debutatto lunedì scorso, peraltro partendo con un’aggressione all’interno dell’area individuata dalla Prefettura. Per il momento si tratta di una sperimentazione, che durerà fino alla fine di aprile, e che riguarda le zone delle città al centro degli ultimi episodi di cronaca, a partire dalla stazione ferroviaria. All’interno di questo “cerchio rosso”, nel mirino delle forze dell’ordine saranno i comportamenti “a rischio” di vario tipo: in particolare, è disposto il divieto di stazionamento a chi assume “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti” e siano già stati colpiti da segnalazioni per reati contro la persona o il patrimonio. Il provvedimento prevede che a carico di chi creerà problemi nella zona rossa “venga redatto un processo verbale” e sia invitato ad allontanarsi. Situazione simile a Verona, dove le zone rosse sono appena partite, e anche qui l’area coincide con un quadrilatero che ha al centro la stazione: nelle prime 24 ore di funzionamento del nuovo dispositivo, le persone allontanate sono state cinque.