Cores, ex CoopLegno, chiude i battenti: era stata salvata dai suoi lavoratori, sindacati preoccupati
La società con sede a Castelvetro è stata sciolta dai soci, la Fillea Cgil di Modena: «Grande preoccupazione per le 65 persone occupate nell'azienda, che già dal 10 marzo non hanno certezza di ricevere lo stipendio»
CASTELVETRO. «Nella giornata di odierna i soci di Cores Italia, riuniti in assemblea, hanno deciso a maggioranza di procedere allo scioglimento della società». A comunicarlo è la Cgil in una nota ufficiale in cui viene espressa forte preoccupazione per il futuro degli oltre 65 lavoratori dell'azienda di Castelvetro.
Salvata dai lavoratori nel 2017
La “Cores Italia Soc. Coop” è l’erede della storica CoopLegno, nata a Spilamberto tra le due guerre e poi traslocata negli attuali stabilimenti di Sant’Eusebio di Castelvetro a metà degli Anni ’70 dove fino a pochi giorni fa ancora produceva porte di qualità con i suoi soci-lavoratori. Era infatti il 2017 quando raccontavamo che «all’ex CoopLegno, i 105 lavoratori hanno deciso di acquistare loro stessi l’azienda dando vita alla cooperativa Cores Italia». Una svolta, quella, aveva permesso di salvare i posti di lavoro.
Le nuove difficoltà
Negli ultimi mesi, però, i tempi sono tornati bui: «L’attuale situazione di crisi di liquidità – riprendono dalla Cgil – ha portato la cooperativa a consumare progressivamente il capitale sociale fino a trovarsi nelle condizioni di dover tentare di ricapitalizzare e rifinanziare la società. Negli scorsi anni un fatturato di oltre 13 milioni di euro aveva permesso di reggere il peso dei costi di struttura che si sono inevitabilmente mangiati il capitale nel momento in cui il rallentamento della Gdo francese non ha più garantito gli stessi flussi di ordini. Pur con i dati di bilancio 2024, ancora da chiudere, il fatturato che arretra ha fatto venir meno le condizioni per produrre in serenità soprattutto a causa di una struttura immobiliare energivora, non adeguata agli attuali margini di settore, che non consentiva più di reperire risorse per garantire investimenti e la normale attività».
L'incontro in Regione
Venerdì scorso, 28 febbraio, le parti sociali si erano già incontrate, in telematico, presso il tavolo di salvaguardia occupazionale della Regione Emilia Romagna, proprio per costruire i primi percorsi a sostegno del lavoro. Al tavolo sono intervenuti il sindaco di Castelvetro, Federico Poppi, anche a nome dell’Unione Terre di Castelli, la Provincia di Modena, l’assessorato regionale per il lavoro che ha garantito la riuscita del confronto, le organizzazioni sindacali, l’impresa con la direzione aziendale affiancata dalla Lega delle cooperative di Modena. «Vista la mancanza di risorse a disposizione», venerdì al tavolo regionale si è potuto discutere di ricollocamento per i lavoratori, riqualificazione industriale del sito e ammortizzatori sociali. L’incontro riprenderà questo venerdì, giornata in cui è già stato riconvocato il tavolo di salvaguardia occupazionale.
La preoccupazione
La Fillea Cgil «è molto preoccupata per la sorte dei lavoratrici e lavoratori, infatti più di 35 di questi hanno tra i 50 e 60 anni, non abbastanza vicini all’età della pensione con profili complicati per il lavoro che oggi comanda nel mercato». Il sindacato, viene ancora spiegato nella nota, «non abbandonerà i lavoratori e chiede alle istituzioni di fare altrettanto operando per riqualificare il sito e per permettere ai lavoratori di accedere agli ammortizzatori. Fillea Cgil di Modena chiede inoltre a istituzioni, Legacoop e agli attori sul territorio, responsabilità e impegno concreto per ricollocare gli oltre 65 lavoratori in difficoltà che già il 10 marzo non hanno certezza dello stipendio. Non è pensabile che una crisi di questo tipo si scarichi sulla pelle di lavora».
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