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Youth Festival di Sassuolo, i motivi dello stop: «Costi e rischi sono insostenibili»

di Maria Vittoria Scaglioni
Youth Festival di Sassuolo, i motivi dello stop: «Costi e rischi sono insostenibili»

Gli organizzatori: «Dall’amministrazione massimo supporto. Ma in futuro...»

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SASSUOLO. Dopo che la minoranza di centrodestra ha voluto dire la sua sull’addio dello Youth festival, che dopo 12 edizioni non si terrà più a Sassuolo, interviene uno dei membri dell’associazione giovanile Pandora, organizzatrice dell’evento: «È importante per me fare una premessa. - Esordisce Enrico Bellei -: Noi non ci siamo mai schierati politicamente, e tanto meno vogliamo farlo in questo momento. Abbiamo portato avanti lo Youth festival negli anni, sia quando Sassuolo era governato dall’amministrazione di centrodestra che di centrosinistra, come ora. Questo è un aspetto cruciale per noi, che non vogliamo entrare in polemiche tra partiti».

Per fare chiarezza

A Bellei interessa rettificare, raccontare come sono andate le cose realmente: «Noi siamo stati contattati dall’amministrazione sia attraverso la figura del sindaco che dell’assessore Federico Ferrari innumerevoli volte. Ci siamo incontrati in diverse occasioni e ci hanno chiesto se potessero fare qualcosa per aiutarci, perché per loro era importante far sì che lo Youth Festival avesse luogo anche quest’anno. Hanno dimostrato supporto in qualunque modo, ma ciò che abbiamo detto loro, così come nel video che abbiamo pubblicato online, è che si trattava di una decisione già presa all’interno della nostra associazione. Tra l’altro abbiamo impiegato qualche mese per arrivare a una risoluzione definitiva, quindi non ci sarebbero stati comunque i tempi tecnici per fare il festival quest’anno». Doveroso, per Bellei, fare chiarezza sulle vere motivazioni: «Non so cosa faremo in futuro, ma certamente posso ribadire, leggendo queste affermazioni, che la scelta pertiene solo e soltanto alla nostra associazione per questioni interne organizzative. I costi, ma soprattutto i rischi, sono veramente molto alti. Non facciamo questo di professione, siamo solo otto amici, ciascuno con famiglia e lavori diversi, che dopo 12 anni si sono resi conto di non poter continuare con questi presupposti, almeno per adesso». Ora, resta da chiedersi se ci sarà la possibilità di tornare tutti al festival. Su questo Bellei lascia aperto uno spiraglio: «Siamo aperti. Con più tempo a disposizione si potrà ragionare insieme all’amministrazione per fare qualcosa di più sostenibile. Vedremo».