Ricerche di Daniela Ruggi, i carabinieri setacciano una porcilaia abbandonata
Nuove ispezioni a Montefiorino in cerca di tracce della giovane scomparsa a settembre 2024: prima il sopralluogo in un rudere in disuso nei pressi della località Caldana, poi i militari hanno proseguito in direzione fiume Dragone
MONTEFIORINO. I carabinieri tornano a cercare tracce di Daniela Ruggi a Montefiorino. A sette mesi dalla scomparsa della donna, e a circa cinque dalla prima giornata di ricerche intensive, i militari (almeno una decina) sono tornati a quota 800 metri di altitudine alla ricerca di qualche elemento utile a rintracciare la 31enne.
Le ricerche
Il motivo? Hanno setacciato da cima a fondo un vecchio podere, o meglio una porcilaia, in località Caldana, a pochi passi da Montefiorino. E poi da lì hanno proseguito qualche centinaio di metri più in giù, fino al letto del fiume Dragone. Nello stabile abbandonato da tempo o nelle sue vicinanze potrebbero esserci elementi riconducibili alla scomparsa di Daniela. Una pista nuova per gli inquirenti, dato che mai era saltato fuori, durante le indagini, questo podere.
Il motivo
Ma una serie di interrogativi spuntano inevitabilmente. Perché proprio lì? Perché proprio ora? Che c’entri qualcosa il quarto telefono di Daniela che proprio nelle ultime ore è stato esaminato in procura? Quel Samsung modello Just M503 misterioso, di cui, a oggi, non si sa nulla, né dove, né come sia stato trovato. Di certo non è quello rinvenuto nell’abitazione di Vitriola, né quello consegnato dal fratello Alberto o tanto meno quello che lo “Sceriffo” Domenico Lanza aveva regalato a Daniela mesi prima della scomparsa, un vecchio modello a bottoni. La donna dal suo cellulare, anche se non è ancora chiaro quale utilizzasse al momento della scomparsa, non si separava mai. A Vitriola, la frazione dove abitava, la conoscevano tutti. E se c’è un elemento che gli abitanti ricordano pensando a lei è proprio il telefono: lo aveva sempre con sé nelle sue interminabili telefonate, quando percorreva avanti e indietro la strada tra Montefiorino e Vitriola.
Il telefono porta al rudere?
E se la geolocalizzazione dello smartphone portasse proprio a quel podere, vicino al Dragone? Sarebbe un altro tassello dal peso specifico notevole da aggiungere alle indagini, testimonierebbe che Daniela è stata lì dopo la scomparsa. Forse da sola o magari accompagnata da qualcuno. Qualche novità deve esserci per forza, altrimenti un intervento in forze dei militari, almeno una decina, non si spiegherebbe. E se non il quarto telefono di Daniela, allora cosa avrebbe portato i carabinieri a controllare la porcilaia alla Caldana?
Cosa c’è nella porcilaia?
E soprattutto, l’ispezione ha dato qualche esito? Magari è stato ritrovato qualche indumento di Daniela o comunque un oggetto personale riconducibile alla 31enne di Montefiorino, di cui non si hanno notizie da settembre. Il ritorno dei carabinieri a Montefiorino, per giunta in un posto dove mai erano andati prima, potrebbe aprire nuove strade, nuove piste da seguire per gli inquirenti. Il mistero si infittisce. Cosa c’è in quella porcilaia? E cosa nasconde quel cellulare?