Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Residenti in rivolta a San Damaso: «No ai 160 container-batteria»

di Paola Ducci

	L'assemblea e i container
L'assemblea e i container

Movimentata assemblea in polisportiva contro l’impianto Bess (Battery energy storage system): sta per nascere anche un comitato

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. Un comitato di cittadini per dire “no” all’impianto Bess (Battery energy storage system) a San Damaso, ovvero un sistema di accumulo di energia formato da 160 batterie ciascuna della dimensione di enormi container lunghi circa 8 metri e larghi e alti 4, che dovrebbe sorgere nella frazione modenese nei pressi dell’attuale centrale elettrica. È questo quanto emerso nella serata di martedì 13 maggio durante la lunga e dibattuta assemblea pubblica organizzata dai circoli Pd di San Damaso e Sant’Agnese presso la polivalente della frazione a cui ha partecipato un centinaio di persone preoccupate e arrabbiate. I cittadini sono preoccupati per gli impatti sull’ambiente e sulla salute che potrebbero verificarsi con la realizzazione dei due grandi impianti di accumulo e arrabbiati per come sta andando l’iter di realizzazione approvato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che non tiene conto del parare degli enti locali. I Bess sono nati per accumulare energia prodotta da fonti rinnovabili come il fotovoltaico o l’eolico per poi rilasciarla in rete al bisogno: per questa ragione, sono impianti considerati di “pubblico beneficio” poiché favoriscono la transizione ecologica sostenibile e quindi, se la costruzione degli stessi rispetta i requisiti delle leggi vigenti in materia, non è possibile impedirne la realizzazione. 

Il percorso

Otto mesi fa però è arrivato il “no” del Consiglio comunale, dopo che anche Arpae si è espressa negativamente sulla realizzazione nei termini concessi dal ministero alle due società approvate per la realizzazione (Neptune Srl e Uranus Srl), in quanto si presentavano problematiche di tipo urbanistico, ambientale e sociale, con la richiesta da parte dell’amministrazione comunale della convocazione della Conferenza dei Servizi per visionarne la relazione tecnica nel dettaglio. «Ad oggi il ministero non solo non ha accolto l’istanza del Consiglio - hanno spiegato Fabio Poggi e Diego Lenzini, consiglieri comunali del Pd in assemblea - ma non ha mai risposto alle comunicazioni e richieste inviate e non è stata convocata la Conferenza dei Servizi come invece era stato richiesto dall’amministrazione a firma del sindaco. All’amministrazione non è stato neppure comunicato se i termini del procedimento risultano sospesi o conclusi negativamente». Specifiche che hanno scaldato gli animi in assemblea. «Ciò che l’amministrazione e Arpae contestano e che ovviamente desta molta preoccupazione - hanno specificato i consiglieri- è sintetizzabile in diverse tipologie di problematiche: la prima è di tipo urbanistico (i Bess confinerebbero con una zona residenziale); la seconda è di tipo ambientale (l’impianto sorgerebbe in area considerata a dissesto idro-geologico, soggetta alle alluvioni), con un forte impatto negativo di tipo visivo e acustico (nel progetto non sono previste la costruzione di barriere di mitigazione), oltre a rilevare la presenza di un asilo nelle immediate vicinanze».

I cittadini

Molto preoccupati i cittadini: «La comunità di San Damaso è ben consapevole dell’importanza di questi “serbatoi energetici”, che anche l’Ue incoraggia e promuove - tuona Alessia Betelli, residente nella frazione - tuttavia il contesto urbano, le modalità delle procedure violate (non è stata convocata la Conferenza dei Servizi e non è giunta alcuna risposta da parte del Mase), così come le azioni di continua pressione speculativa che Neptune e Uranus attuano nei confronti di chi confina con la loro proprietà (molti residenti stanno ricevendo proposte per vendere i loro terreni a basso prezzo) e le azioni di accaparramento fondiario non sempre chiare, fanno sì che si crei un clima di dissenso e timore a questo punto giustificato. Quello che vorremmo emergesse - conclude la residente facendosi portavoce di molti cittadini - è che siamo favorevoli ai Bess, ma nel giusto contesto e nel rispetto delle procedure e, se anche la legge non lo prevede, che vengano attuate almeno opere di mitigazione». Intanto però si sta costituendo un comitato che ha tutte le intenzioni di vederci chiaro e mettere i bastoni tra le ruote alla realizzazione di questo impianto.