Molestie sulle giocatrici minorenni: il cellulare dell’allenatore di volley passato a setaccio
Il 38enne finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di Bologna avrebbe tentato approcci anche con messaggi
MODENA. Non solo le molestie negli spogliatoi, ma anche messaggi alle ragazzine che nulla avevano a che vedere con l’attività sportiva, contenendo invece pesanti allusioni sessuali. C’è anche questo nell’indagine condotta dalla Procura di Bologna nei confronti di un allenatore di pallavolo di 38 anni, molto conosciuto nel mondo sportivo modenese, finito da metà aprile agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. È noto al momento che è accusato di violenza sessuale su minorenni, ma potrebbe essergli contestato anche un altro reato.
Gli episodi contestati e le indagini sull’allenatore
A denunciarlo sono state le famiglie di due ragazzine di 13 e 14 anni della squadra femminile di pallavolo giovanile che allenava in provincia. A luglio 2024 infatti la società aveva interrotto la collaborazione con lui, proprio per la segnalazione di episodi allarmanti ai danni delle giocatrici. In autunno aveva ripreso ad allenare una squadra maschile, sempre in provincia, finché un paio di mesi fa non ha annunciato le dimissioni, senza però parlare dell’indagine. Che non riguarda dunque il suo ultimo periodo di allenamento. L’inchiesta proprio a marzo è arrivata ai suoi risvolti più importanti, conducendo anche all’acquisizione del telefono dell’allenatore e di quello delle ragazzine, per estrarne la copia forense e poter così esaminare i messaggi. Ovviamente assieme ai tabulati, per ricostruire anche eventuali conversazioni sospette. Sull’indagine vige ancora grande riserbo, pare però che le condotte contestate negli spogliatoi siano state non invasive, relative soprattutto a toccamenti.
Le denunce delle giocatrici e la reazione delle loro famiglie
L’episodio che ha condotto alla denuncia è accaduto a ottobre, quando non allenava già più le ragazze. Da quanto trapelato, avrebbe tentato un approccio con la 13enne al di fuori di qualsiasi contesto sportivo. Lei ne è rimasta sconvolta: ne ha parlato a casa, e a quel punto i genitori hanno deciso di denunciare. E alla denuncia si è associatala famiglia della 14enne. La Procura ha aperto subito un fascicolo, inizialmente a Modena, poi il caso è stato trasferito a Bologna, sede della Procura capodistretto. Un’indagine a 360 gradi, che dopo aver acquisito le testimonianze si è sviluppata sulle analisi telefoniche. Le due famiglie si sono rivolte all’avvocato Henrich Stove per essere tutelate in ogni fase del procedimento che si è aperto. «È una vicenda certamente delicata – sottolinea il legale – su cui è bene essere estremamente cauti e rigorosi. Di certo le famiglie intendono partecipare formalmente con grande attenzione e rigore a tutte le fasi di questa inchiesta e ai suoi sviluppi. Ogni considerazione nel merito dei fatti si farà mano a mano che la vicenda avrà la sua scansione giudiziaria, sia in fase d’indagine che in quella eventualmente processuale». Non è escluso che nel proseguimento delle indagini emergano altri casi di ragazze molestate.
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