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Il caso

Maltrattamenti all’asilo: spunta anche la bruciatura di sigaretta su un bimbo

di Stefania Piscitello

	L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Carpi
L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Carpi

Tensione palpabile all’istituto dell’infanzia Muratori di Soliera: «Chiediamo risposte con urgenza»

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SOLIERA. Quel segno sul braccio di un bambino non ha lasciato spazio a dubbi. All’interno di quella scuola stava avvenendo qualcosa di preoccupante: difficile, del resto, che a soli quattro anni potesse essersi procurato da solo la bruciatura di una sigaretta sulla pelle. La paura, l’agitazione negli occhi dei loro piccoli, poi, hanno fatto il resto: questo ha portato alcune famiglie – almeno cinque – a sporgere denuncia e a chiedere che venissero effettuate verifiche su quanto avveniva alla scuola dell’infanzia Muratori di Soliera. Le indagini condotte dal commissariato di polizia di Stato di Carpi con il coordinamento della procura poi hanno fatto il resto.

Tensione palpabile

La tensione, dentro e fuori la scuola finita nella bufera è palpabile. Per quello che sarebbe accaduto tra le mura dell’istituto, certo, ma anche sulla successiva gestione: una gestione su cui alcuni genitori puntano il dito, parlando di un continuo turnover di supplenti, di telefonate alle famiglie in cui si chiede di andare a prendere i bimbi a scuola, perché troppo agitati. A un mese esatto da quando è scattata la sospensione di due maestre di 64 e 67 anni accusate di avere maltrattato alcuni bambini, emergono più dettagli. Le indagini sono in corso e occorrerà fare luce sugli episodi che sono stati ricostruiti, capire quale sia la posizione delle due donne. Insegnanti di lunga esperienza che naturalmente dovranno fornire la loro versione dei fatti. Certo è che il quadro che emerge al momento è estremamente inquietante: si parla di maltrattamenti verbali, di schiaffi e bimbi scossi. Ma si parla anche di segni visibili sulla pelle dei piccoli.

Gli episodi

Pensare che a un bimbo di tre o quattro anni sia stato lasciato il segno di una sigaretta sul corpo è inquietante. Ma l’elenco degli episodi contestati è lungo. E le famiglie, confrontandosi tra di loro, rabbrividiscono a pensare a quello che sembra sia accaduto. Si parla di bimbi tornati a casa con i capelli tagliati, e il dito ancora una volta è puntato sulle due educatrici. Ci sono anche punti fermi. Sono quelli su cui punta la procura. Accessi al pronto soccorso, certificati medici passati in mano alle famiglie che sgomente, spaventate, preoccupate, hanno denunciato.

L’avvocato Cosimo Zaccaria assiste le famiglie di tre bimbi della scuola e al momento mantiene il riserbo: «La vicenda appare quantomai grave, considerato il coinvolgimento, come persone offese, di bambini tra i tre e i quattro anni. Non solo. I genitori mi continuano a riferire di voci, in paese, denigratorie e riguardanti comportamenti asseritamente “sbagliati” dei loro figli a scuola, comportamenti che, in un certo qual modo, avrebbero giustificato le azioni delle maestre attualmente indagate proprio per maltrattamenti su minori! Questo è inconcepibile e irrispettoso e sta creando ulteriori sofferenze a famiglie già tristemente provate. Nel rispetto delle indagini e del processo non posso e non voglio favorire spettacolarizzazioni, per cui non entrerò nel merito della vicenda, attendendo gli esiti delle indagini ancora in corso».

La lettera

«Dopo l’allontanamento delle insegnanti – così alcuni genitori – i nostri figli si trovano in una condizione di totale instabilità educativa e psicologica, con una rotazione continua di insegnanti supplenti, spesso presenti solo per 2-3 giorni, senza possibilità di instaurare un rapporto stabile. Le conseguenze sono evidenti: bambini nervosi, spaventati, difficili da gestire e episodi di urla, pianti, spinte, morsi, telefonate quotidiane ai genitori per “andare a prenderli prima”. Intere famiglie messe in difficoltà sul piano lavorativo e personale».

La lettera prosegue: «Durante l’incontro con la dirigenza e la sindaca, ci era stato promesso l’invio di figure psicologiche. A oggi, nulla è cambiato. Nessuna comunicazione è arrivata. Ogni giorno parecchie famiglie vengono chiamate a interrompere la giornata lavorativa per recuperare il proprio figlio “perché urla”, “perché morde”. Non è una situazione "normale". Chiediamo con urgenza una risposta scritta e pubblica da parte della dirigenza scolastica e del Comune e una gestione strutturata dell’emergenza». 

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