Educatrici in rivolta per la laurea “mutilata”: «Attesa logorante, le nostre vite condizionate»
Il caso degli studenti di Scienze dell’educazione immatricolati a Unimore negli 2017/19 e nel 2018/19, vittime di un pasticcio burocratico che rende il titolo da loro conseguito non più abilitante per insegnare nei nidi: per adeguarlo dovrebbero reimmatricolarsi (pagando) e dare esami aggiuntivi
MODENA. Stai vivendo una giornata ordinaria, immerso nella routine quotidiana, impegnato nel lavoro che ami e per il quale hai studiato. Ricevi una mail, come ne ricevi tante, dall’Università in cui ti sei laureato anni addietro. «Saranno le solite comunicazioni», pensi, tra la noia e il fastidio. Poi, mentre scorri disattento lo sguardo sulle parole di quella lettera istituzionale, ti accorgi che la mail in questione contiene un’informazione diversa: la tua laurea in Scienze dell’educazione, ti viene comunicato, non è più valida per insegnare negli asili nido. A causa del mancato adeguamento del piano di studi dell’università al decreto ministeriale 65 del 2017, infatti, la laurea in Scienze dell’Educazione conseguita a Modena e Reggio Emilia non è sufficiente a presentare domanda per i bandi relativi ai servizi educativi per l’infanzia.
La mail ricevuta
È lo scenario condiviso da quattrocento ex studenti Unimore, ma in realtà molti di più, immatricolati al corso di Scienze dell’educazione negli anni accademici 2017/2018 e 2018/2019, che lo scorso 20 giugno si sono visti recapitare dall’ateneo di Modena e Reggio Emilia una mail. Nel testo, senza troppi giri di parole e senza dilungarsi in spiegazioni, si comunica loro la possibilità di adeguare il proprio titolo, ora insufficiente, alla professione per la quale hanno speso anni di studio. A un prezzo, però, non irrisorio: nuovi esami, nuovo tirocinio, nuova tesi di laurea e, in più, cinquecento euro di contribuzione universitaria da pagare. Una situazione paradossale, soprattutto per chi, da tempo ormai, lavora con successo all’interno degli asili nido e a cui ora, a distanza di otto anni dall’iscrizione all’università, è richiesto di tornare sui libri.
Le reazioni
Gli ex studenti non sono rimasti in silenzio di fronte a una richiesta ingiusta e assurda, da parte dello stesso ateneo che aveva consegnato loro la corona d’alloro, ritenendoli preparati ad affrontare con successo il lavoro nei nidi d’infanzia. Sono più di duecento, ma continuano ad aumentare, le persone che all’interno di un gruppo WhatsApp dedicato alla questione, pensano insieme a soluzioni e strade percorribili, condividendo la stessa frustrazione e le stesse preoccupazioni. «Ci siamo rivolti a un sindacato e stiamo aspettando risposte, ma l’attesa è logorante. Ci troviamo in una situazione che toglie il sonno e che condiziona le nostre vite» sono le stesse parole angosciate che pronunciano tutti, andando alla ricerca di possibili soluzioni. «Siamo tanti, molti di più di quattrocento: hanno ricevuto la mail soltanto coloro che al terzo anno hanno scelto il curriculum specifico per il nido e che hanno frequentato la magistrale nello stesso ateneo – spiega una delle persone coinvolte – Per tutti gli altri, il silenzio. Lo abbiamo scoperto sui giornali o attraverso il passaparola, ogni giorno si aggiunge qualcuno. Io, la mail, non l’ho mai ricevuta. È stato dato per scontato che, avendo frequentato il curriculum per educatori socio-pedagogici, non potessi avere interesse a lavorare all’interno degli asili. Eppure, quando frequentavo l’università, ci è sempre stato detto che, con la nostra laurea, saremmo tutti potuti essere educatori all’interno dei servizi per l’infanzia». La persone, tra l’altro, tra le mani, stringe anche una laurea magistrale, rimanendo comunque esclusa dai bandi. Come lei, tantissimi altri, che oggi chiedono giustizia e riconoscimento dall’università a cui hanno già dimostrato le proprie capacità e la propria passione. Le stesse capacità e la stessa passione che mettono in campo ogni giorno sul posto di lavoro, per cui oggi, paradossalmente, non sembrano più essere idonei.
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