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Topi a Modena, l’assessore: «Non sono legati al porta a porta, semmai a chi abbandona rifiuti»

di Paola Ducci

	Un topo in zona Amendola
Un topo in zona Amendola

Vittorio Molinari, assessore all’Ambiente del Comune di Modena, interviene dopo la segnalazione di ratti in diverse zone della città: «Ecco come viene fatto il monitoraggio e cosa ci dice»

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MODENA. Mentre continuano le segnalazioni da parte dei cittadini della presenza di topi in città, sia nelle aree del centro che in periferia, sia nelle zone verdi che nei cortili delle abitazioni, è l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena, Vittorio Molinari, a fare un quadro sul problema e sugli interventi che l’amministrazione ha messo in campo. Anche le segnalazioni della presenza di ratti in città rilevate dal Comune evidenziano infatti un trend di continua crescita.

Assessore Molinari i cittadini segnalano una importante presenza di topi in città. State pensando a un piano di emergenza?

«Al momento non siamo in uno stato tale per cui attivare un piano di emergenza, anche se vi è comunque un lavoro continuo per migliorare l’efficienza degli interventi, oltre che per mantenere in un costante controllo dinamico il censimento e la mappatura dei siti a rischio ed endemici di infestazione da topi. Ad oggi quelli censiti sono un centinaio distribuiti sul territorio cittadino, di cui il 70% circa in centro. Volendo fare qualche esempio invece fuori dal centro, tra i siti endemici “classici” troviamo alcune aree verdi, come i parchi Amendola e Ferrari o i Giardini Ducali; la zona del Windsor park, quella della stazione dei treni, le aree di Villaombrosa e di via Attiraglio. Sono tutte zone ben note e sottoposte di controllo e intervento da parte dell’amministrazione».

Ci sono dati?

«Sì, anche se effettuare un censimento vero e proprio della popolazione di ratti in ambito urbano è estremamente complesso. Si tratta di specie notoriamente sfuggenti, la cui presenza non è facilmente quantificabile con metodi diretti. Per questo motivo, l’amministrazione utilizza un metodo indiretto di monitoraggio, basato sulle segnalazioni dei cittadini. I dati in nostro possesso mostrano un andamento variabile, che va dalle 309 segnalazioni nel 2018 alle 372 nel 2024. Apparentemente si tratta di una tendenza in lieve aumento, ma l’analisi statistica non conferma una crescita significativa. In ogni caso, raccogliere e analizzare questi dati ci consente di mantenere sotto controllo la situazione e intervenire tempestivamente laddove necessario».

Quali e dove le azioni concrete?

«La gestione operativa è affidata alla ditta Biblion Srl, sotto il coordinamento dell’Ufficio verde e transizione ecologica. Collaboriamo anche con il Centro agricoltura ambiente per affrontare le situazioni più complesse in aree pubbliche critiche o sensibili, come fognature, canali, fossati e zone storicamente esposte, oltre che, in via preventiva, nelle aree esterne delle scuole. È attiva, inoltre, una mappatura dinamica dei siti considerati a rischio o endemici e ogni segnalazione da parte dei cittadini attiva un intervento mirato di derattizzazione con l’utilizzo di prodotti rodenticidi autorizzati. Negli ultimi anni abbiamo intensificato gli interventi e potenziato il coordinamento tra i vari servizi di derattizzazione, raccolta rifiuti e manutenzione del verde».

Quali sono nel dettaglio i compiti che svolge la ditta Biblion?

«In estrema sintesi, Biblion interviene nelle aree pubbliche che citavo prima, utilizzando esche ed erogatori che sono segnalati mediante apposita cartellonistica, secondo la normativa vigente. La ditta effettua, inoltre, monitoraggi settimanali o quindicinali a seguito dei quali decide se incrementare il numero degli erogatori. Tutta l’attività svolta è poi oggetto di uno specifico report mensile che l’azienda invia all’Amministrazione».

Il nuovo sistema di raccolta differenziata porta a porta può aver contribuito?

«Al momento non disponiamo di dati che permettano di individuare una correlazione diretta tra l’introduzione del sistema di raccolta porta a porta e un eventuale aumento della presenza di ratti. Tuttavia, con la recente riforma del sistema di raccolta, che prevede l’eliminazione dei sacchi a terra e l’adozione di carrellati e bidoncini, ogni possibile correlazione verrà necessariamente meno. Detto questo è nostra intenzione garantire una gestione sempre più integrata del sistema rifiuti che contribuisca anche alla prevenzione del fenomeno. Discorso a parte meritano gli abbandoni di rifiuti, talvolta “graditi” ai topi: coloro che abbandonano sono un costo ambientale ed economico molto alto e che grava nelle tasche dei cittadini. Hera raccoglie ogni giorno e più volte al giorno i sacchetti abbandonati e noi siamo impegnati in azioni di contrasto, ma dobbiamo intercettare la mano di chi abbandona: le segnalazioni dei cittadini sono per questo utilissime e ci aiutano molto».

Avete in programma nuove campagne di sensibilizzazione?

«Nell’immediato non abbiamo programmato campagne specifiche, anche perché l’amministrazione è costantemente attiva su questo fronte: per esempio, affiggendo pannelli che spiegano le regole corrette per vivere le aree verdi della nostra città. Assieme alla presenza di acqua, infatti, uno degli elementi che maggiormente alimenta il fenomeno della presenza di ratti nei parchi cittadini, è il cibo lasciato per le anatre. Cibo che, oltre nuocere potenzialmente alla salute della fauna selvatica, attira inesorabilmente i topi».

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