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Il caso

Autisti a gettone dalla Campania per guidare i bus Seta, è scontro: «Follia da fermare subito»

di Luca Gardinale

	Rinaldi (Uil), Papaleo (Cisl) e Dieci (Cgil) contro Seta
Rinaldi (Uil), Papaleo (Cisl) e Dieci (Cgil) contro Seta

No dei sindacati all’arrivo a Modena, Reggio Emilia e Piacenza di personale interinale dall’agenzia Apis di Avellino: «A loro bonus economici e alloggio, ai dipendenti Seta solo le briciole»

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MODENA. Lo dicono senza mezzi termini: «Una follia da fermare». Giorni bollenti in casa Seta, l’azienda dei trasporti di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, che oltre ai problemi legati all’avvio dell’anno scolastico e lo scontro con i sindacati, ora devono fare fronte anche al “caso Campania”.

Gli autisti a gettone da Avellino

Da ottobre, come anticipato dalla Gazzetta, nelle tre province emiliane servite da Seta arriveranno alcuni autisti “gettonisti” provenienti dalla Campania. Si tratta di personale che ha vinto il bando dell’azienda di trasporti regionale, ma è in attesa dello scorrimento delle graduatorie, e quindi disponibile a trasferirsi temporaneamente in Emilia attraverso un accordo tra Seta e Apis, agenzia di lavoro interinale con sede ad Avellino. I primi autisti, una decina distribuiti tra le tre province, arriveranno a ottobre, ma è probabile che ne arriveranno altri in seguito.

La rabbia di Cgil, Cisl e Uil

Una notizia che ha alzato ulteriormente la temperatura dello scontro con i sindacati. «Per quasi due anni – attaccano i leader confederali Daniele Dieci (Cgil Modena), Rosamaria Papaleo (Cisl Emilia Centrale) e Roberto Rinaldi (Uil Modena e Reggio) – Seta a Modena ha negato un trattamento economico degno ai suoi autisti e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro, propinando turni di 14 ore e una mole incredibile di straordinari. Ora scopriamo che l’azienda farà arrivare dalla Campania autisti gettonisti per tappare le falle negli organici, creando clamorose disparità di trattamento».
Le peggiori previsioni dei sindacati, quindi, diventano realtà: «Seta ha agito nell’ombra, senza alcuna trasparenza, senza alcuna volontà di confronto con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria, mettendo tutti, istituzioni comprese, di fronte al fatto compiuto –evidenziano i sindacati – questa è una nuova, lampante manifestazione di arroganza da parte del gruppo dirigente di Seta, incurante di corrette relazioni sindacali e sordo alle istanze territoriali».

Autisti del territorio penalizzati

Cgil, Cisl e Uil ricordano come, a partire dall’autunno 2023, «Seta abbia sistematicamente bocciato ogni richiesta sindacale di miglioramento salariale e operativo del proprio contingente di autisti, figure che con un senso del dovere fuori dal comune hanno permesso di evitare il tracollo del trasporto pubblico locale. Nonostante le proposte per un miglior trattamento economico, ci siamo sentiti ripetere che per il sostegno al lavoro c’erano solo 600mila euro, utilizzati per uniformare i buoni pasto. Briciole. Punto. Non un euro di più. Inoltre ci è stato sempre ribadito che l’“academy” di Seta sarebbe stata sufficiente per risolvere in loco la ormai cronica carenza di personale», attaccano Dieci, Papaleo e Rinaldi.
I sindacalisti fanno quindi notare che «ora, magicamente, Seta apre i cordoni della borsa e, anziché investire sui propri autisti e sulla territorialità, si lancia in una spesa a favore di personale precario. Un fatto due volte grave. Primo: in questo modo l’azienda conferma, obtorto collo, che c’è una pesante mancanza di autisti, nonostante le note stampa rassicuranti con cui in questi giorni si è provato ad indorare la pillola. Secondo problema: gli autisti gettonisti saranno accolti con un bonus economico, avranno a disposizione un alloggio e potranno contare rapidamente sul massimo dell’anzianità professionale. Parametro che da solo cuba circa 200 euro al mese. In sostanza – attaccano ancora i sindacati – tutto quello che è stato negato agli autisti in forza a Seta ora viene garantito ai gettonisti, creando una discriminazione de facto, figure di serie A e serie B all’interno della stessa azienda. Se questi trattamenti di miglior favore sono la normalità per svolgere questo lavoro in maniera dignitosa, dovrebbero essere riconosciuti a tutti e costituirebbero un rimedio efficace alla continua fuga di personale qualificato».

La richiesta a Comune e Provincia

Dieci, Papaleo e Rinaldi chiedono quindi urgentemente al Comune e alla Provincia di Modena di prendere posizione, «di far sentire la loro voce in qualità di soci pubblici di Seta e di favorire l’apertura di un confronto di merito per troppo tempo rimandato dall’azienda». I sindacati annunciano quindi «l’opportunità di un grande sciopero per fermare questa follia».