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Il caso

Via i medicinali israeliani dalla farmacia comunale, il sindaco di Castelnuovo frena il Pd: «Saranno garantiti»

di Maria Sofia Vitetta
Via i medicinali israeliani dalla farmacia comunale, il sindaco di Castelnuovo frena il Pd: «Saranno garantiti»

Dopo la mozione in Consiglio interviene Massimo Paradisi: «Nessuno priverà di cure chi ne ha bisogno»

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CASTELNUOVO. Non intaccherà in alcun modo il diritto alla salute, su questo non sembra esserci ombra di dubbio. Con uno dei suoi punti, oltre ad assegnare la cittadinanza onoraria alla relatrice Onu pro Palestina Francesca Albanese, la mozione approvata il 29 settembre dal consiglio comunale di Castelnuovo e sostenuta da Pd, M5s e Avs, chiederebbe di sospendere la vendita dei farmaci prodotti dall’azienda israeliana “Teva Pharmaceutical Industries” nella farmacia comunale Urbani.

Il sindaco interviene
«È evidente a tutti che nessuno priverà di cure chi ne ha bisogno», con queste parole, pubblicate ieri in un lungo post su Facebook, Massimo Paradisi, sindaco di Castelnuovo, ha cercato di fare chiarezza sul dibattito in corso. «Un provvedimento pericoloso che mette a rischio la salute dei cittadini e squallidi teatrini che non fermeranno il massacro»: così Ferdinando Pulitanò, consigliere regionale e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, aveva definito la mozione. Il sindaco è stato pronto a smentire l’ipotesi di futuri pericoli per i castelnovesi, rispondendo agli attacchi del centrodestra. Anzi, ha voluto ricordare quale sia il vero anello debole della catena, la popolazione civile di Gaza, che da mesi non ha «assistenza, cibo ed il minimo che serve per sopravvivere: ci sono oltre 60.000 morti e più di 150.000 feriti tra cui moltissime donne e bambini, inermi e indifesi». Castelnuovo non sarebbe il primo a far scomparire dagli scaffali di una farmacia i prodotti di un’azienda israeliana. Seguirebbe le orme di Sesto Fiorentino e di altri comuni italiani, che hanno scelto di adottare misure simili, escludendo dalla vendita «farmaci, parafarmaci e cosmetici, con un’eccezione per tutti i medicinali prescritti», ha sottolineato Paradisi. «Acquistando quella specifica crema -non certo fruendo di un farmaco salvavita che, generalmente, non è una scelta ma una necessità-, si possono finanziare indirettamente le sofferenze del popolo palestinese».

«Se ne occupa la giunta»
Fino ad oggi non sono ancora stati adottati provvedimenti esecutivi concreti. Solo lunedì, infatti, «il consiglio comunale ha espresso l'indirizzo politico. Sarà la Giunta ad occuparsi delle opportune verifiche legali e amministrative relative alla farmacia comunale», spiega Rossella Caci, consigliera di centrosinistra ed attivista sostenitrice della mozione. Anche lei, trovandosi nel mirino delle critiche, ha voluto rispondere ai commenti di disapprovazione: «La mozione segue il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 19 luglio 2024. Non è ideologia, ma una responsabilità legale. Non si tratta di un’opinione, ma di un dovere istituzionale: non finanziare ciò che il diritto internazionale condanna».

Il centrosinistra: «Teva, no grazie»
Secondo il centrosinistra, è un provvedimento favorevole alla pace, attuato «contro l'illegalità» e non a danno del popolo israeliano. Anche la campagna nazionale “Teva? No, grazie”, promossa da Bds Italia e dai Sanitari per Gaza, si propone di interrompere la collaborazione con la multinazionale farmaceutica. «Ce lo siamo chiesti il perché?», domanda Rossella Caci. «È accusata di trarre profitto dal sistema di occupazione israeliano ed allo stesso tempo contribuisce al finanziamento e al mantenimento della situazione illegale nei territori palestinesi occupati».

La posizione del segretario Pd
È corretto ricorrere al boicottaggio? Secondo Marika Menozzi, segretaria provinciale del Pd, fa parte dei «mezzi non-violenti a disposizione» con cui bisogna opporsi alla strage di Gaza. «Non è questo uno scempio, qualcosa a cui opporsi? La vita di un palestinese ha lo stesso valore di quella di un israeliano». In tale contesto, «appoggiamo la presa di posizione del gruppo consiliare; siamo di fronte a due anni di massacro indiscriminato, nel quale hanno perso la vita decine di migliaia di civili, con danni fisici e psicologici incalcolabili anche per tutti coloro che sopravvivono in uno stato di terrore continuo, a rischio denutrizione, con le case distrutte e senza prospettiva di futuro».