Donna stuprata nel percorso natura: c’è una traccia sulla corda usata per provare a strangolarla
L’aggressore ha lasciato un’impronta e la polizia di Stato stringe il cerchio per individuarlo e fermarlo
MODENA. Un’impronta sulla corda. L’aggressore potrebbe avere lasciato una traccia e proprio questa traccia potrebbe essere uno degli indizi utili a individuarlo. Ieri mattina, tra San Damaso e Modena dopo che la notizia della brutale violenza avvenuta ad agosto lungo la ciclabile nel percorso natura si è diffusa, è montata la rabbia dei cittadini. Ma anche la preoccupazione, tanta, di chi quel percorso lo percorre abitualmente, per fare due passi o per pedalare lontani dal traffico. Come stava facendo quel giorno – era il 19 agosto – anche la vittima di questo episodio una donna di circa 50 anni.
L’aggressione
Un episodio che, secondo la ricostruzione emersa al momento, ha contorni agghiaccianti: una donna buttata per terra, picchiata, stuprata e quasi uccisa con una corda stretta al collo. In pieno giorno. La 50enne è riuscita a scappare e a chiedere aiuto mentre il violentatore si è allontanato, anche lui in sella a una bicicletta, facendo perdere le proprie tracce. Una traccia, però, almeno una, sembra averla lasciata. Si tratta di un’impronta che sarebbe stata trovata su quella corda che ad un certo punto ha afferrato e ha stretto al collo della vittima. «Mi hai visto in viso – le avrebbe detto – ora ti uccido». E ha stretto forte, sempre di più. Solo la tenacia della donna le ha permesso di salvarsi e chiedere aiuto fuori dal percorso natura.
Le indagini
Sono a quel punto intervenute le forze dell’ordine e sono scattati tutti gli accertamenti. Il caso è in mano alla Squadra mobile e il pm è la dottoressa Ilaria Corbelli. Le indagini stanno proseguendo nel massimo riserbo, tanto che i primi elementi della vicenda sono emersi soltanto nei giorni scorsi, a distanza di oltre un mese dai fatti. Si tratta di indagini delicate anche perché la presunta aggressione è avvenuta in una zona isolata. Il che rende tutto più complicato: occorrerà infatti capire se le telecamere di videosorveglianza dislocate sul territorio hanno in qualche modo ripreso l’aggressore. Ad esempio, quando è entrato nel percorso natura, oppure quando si è rapidamente allontanato. Ma, appunto, ci sarebbe un’impronta su quella corda. Anche la corda è un mistero: l’ha trovata lì, sulla ciclabile, magari in mezzo alle sterpaglie oppure l’aveva già con sé? Tutti interrogativi a cui gli inquirenti dovranno dare una risposta.
Al momento di fondamentale importanza è ovviamente il racconto della vittima, che ha descritto l’uomo come un nordafricano di mezza età. Arrivato in bici, le è saltato addosso all’improvviso, facendola cadere per terra. Poi si è accanito su di lei – questa la ricostruzione della vittima – iniziando a colpirla con pugni. Dopo averla stordita e terrorizzata l’ha stuprata. Una violenza brutale, lei che cercava di divincolarsi, che urlava. E poi quella minaccia: «Mi hai visto, ti uccido», la corda stretta al collo e la fuga della donna che è stata soccorsa da alcuni passanti fuori dal percorso natura e portata in ospedale. C’è un referto raccontare di quella violenza e di quelle lesioni. Le indagini dunque proseguono e se l’aggressore dovesse essere individuato, le accuse nei suoi confronti sarebbero pesantissime: violenza sessuale, lesioni e probabilmente anche tentato omicidio.
L’intervento
«La violenta aggressione a sfondo sessuale avvenuta a San Damaso ai danni di una donna lungo il percorso natura è un fatto di una gravità inaudita. Una violenza vile, che colpisce tutti e che richiede da parte delle istituzioni una risposta ferma e dura. La stessa che abbiamo chiesto in occasione della recente violenza a Magreta. Non possiamo abituarci a tale violenza». Lo dichiara Piergiulio Giacobazzi, consigliere e coordinatore provinciale di Forza Italia. «A nome mio del partito che rappresento esprimo solidarietà alla vittima. Non possiamo continuare ad assistere in silenzio a reati che generano insicurezza e paura, spesso commessi da soggetti stranieri. È arrivato il momento di adottare strumenti più incisivi ed espellere immediatamente chiunque si renda responsabile di reati, a maggior ragione se gravi come questo. Chi continua a difendere questa immigrazione senza se e senza ma fa parte del problema».
© RIPRODUZIONE RISERVATA