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La manifestazione

A Modena 15mila manifestanti bloccano la tangenziale: «Palestina libera, il Governo intervenga»

di Gabriele Farina
A Modena 15mila manifestanti bloccano la tangenziale: «Palestina libera, il Governo intervenga»

Oltre cento hanno sfidato Cgil, Si Cobas e polizia minacciando l’oltranza. Momenti di tensione palpabile

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MODENA. Bloccare la tangenziale come antidoto all’indifferenza. Oltre quindicimila modenesi hanno partecipato stamattina, venerdì 3 ottobre, allo sciopero generale indetto da Cgil e Si Cobas. Due le rivendicazioni principali: l’indipendenza della Palestina da Israele e il sostegno alla Global Sumud Flotilla. La manovra di Israele si è trasformata in un blocco della tangenziale con momenti di tensione con le forze dell’ordine e anche tra organizzatori e manifestanti.
Il corteo
Il fronte è partito compatto oggi, 3 ottobre, alle 10 da piazzale 1° Maggio. Per gli organizzatori c’erano oltre ventimila persone. La Questura ne stimava circa diecimila, ma il gruppo è cresciuto con l’avanzare del corteo verso il Tempio. Davanti all’istituto Barozzi la prima contestazione: un gruppetto di giovani ha lanciato bottiglie di plastica verso i manifestanti, che non hanno battuto ciglio. «Siamo tutti palestinesi – hanno invocato gli organizzatori – Siamo contro il governo Meloni e tutti i governi che sostengono Israele. Non ci piace nemmeno il piano di Trump, che ripropone lo sfruttamento e il genocidio del popolo palestinese». Il governo italiano è stato a più riprese descritto come «assassino», «fascista» e «complice del genocidio». I sindacati presenti hanno criticato l’uso delle risorse da parte dell’esecutivo. «I soldi per fare le armi e mandarle a Israele ci sono sempre», ha gridato un esponente al megafono. «Paghiamo le tasse per costruire armi che uccidono bambini», ha rafforzato un altro. Il corteo ha solcato viale Monte Kosica, serrando le fila in piazzale Natale Bruni per attraversare quindi il cavalcavia Mazzoni. «Siamo tutti antifascisti», un coro che si è sentito a più riprese. «Siamo tutti antisionisti», un’invocazione che ha riscontrato meno calore. Il gruppo ha attraversato via Canaletto Sud e via Finzi, quando c’è stata una prima sosta. Erano circa le 11.10 e i manifestanti avevano percorso quasi tre chilometri.

In tangenziale

Gli organizzatori si sono confrontati con la polizia di Stato sul percorso prima dell’evento-simbolo: l’ingresso nella tangenziale. Alle 11.20 circa è arrivato il via libera. I manifestanti hanno attraversato contromano l’uscita 8 in direzione di Bologna, occupando presto anche l’altra parte della tangenziale verso Reggio Emilia. I due fronti sono avanzati in parallelo fino all’uscita 10, quando la tensione è salita all’interno dei manifestanti: c’era chi voleva proseguire sulla tangenziale (un gruppo variegato con anarchici, ex Guernica), mentre gli esponenti di Cgil e Si Cobas hanno chiesto di compattarsi. Gli oppositori erano un centinaio intorno alle 11.40 e il numero è salito dopo i tentativi di mediazione. Esponenti della polizia di Stato hanno cercato un dialogo, seguiti da rappresentanti di Cgil e Si Cobas. Dai megafoni è partito un avviso: «Se non vi compattate, non vi invitiamo più». La richiesta è stata inefficace e il confronto è proseguito a ridosso dei guardrail che separa i due sensi di marcia. «Chi vuole tornare a casa a mangiare? Rimaniamo a bloccare la tangenziale», una delle posizioni più dure espresse verso le 11.50.
Il comizio finale
Lo stallo è durato oltre mezz’ora mentre la tangenziale rimaneva tagliata in due con disagi agli automobilisti. Alle 12.30 circa il fronte degli oppositori si è allargato e ha deciso di sfidare le forze dell’ordine, proseguendo in direzione di Reggio. Cgil e Si Cobas ha seguito il percorso concordato con gli agenti, svoltando verso viale La Marmora e raggiungendo il parco Ferrari dalle vie Cialdini e Zucchi. Il secondo gruppo ha scelto poi di desistere all’ennesima intimazione delle forze dell’ordine, ricompattandosi al percorso originario. In via Cialdini un’altra pausa per consentire al gruppo di ricompattarsi e rifiatare. Al parco Ferrari il comizio finale, quando migliaia di manifestanti erano già rientrati. Tra gli eventi organizzati oggi, 3 ottobre, in provincia, una delegazione dell’istituto Spallanzani di Castelfranco ha organizzato una marcia in nome della pace, incontrando il sindaco Giovanni Gargano.

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