Gazzetta di Modena

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Omicidio-suicidio

Uccide la moglie malata poi si lancia nel vuoto, chi sono le vittime: «Enzo e Maria pieni di vita, non doveva finire così»

di Daniele Montanari

	La Scientifica sul luogo dell'omicidio suicidio a Castelfranco
La Scientifica sul luogo dell'omicidio suicidio a Castelfranco

Castelfranco sotto shock per la tragedia nella tragedia avvenuta nel pomeriggio di martedì 7 ottobre: Enzo Manzini, 92 anni, ha accoltellato Maria Capitati, 88, e si è tolto la vita. La donna era affetta da Alzheimer in modo sempre più grave

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CASTELFRANCO. Sono stati una coppia piena di vita, solare, amata dai vicini. «Brava gente di una volta» dicono tutti. Hanno vissuto sempre insieme, felici, l’uno per l’altro. Nel pomeriggio di martedì 7 ottobre lui ha ucciso lei con una coltellata alla gola e poi si è suicidato gettandosi dalla finestra, non riuscendo probabilmente a pensare a un futuro senza di lei.

La malattia della moglie e la tragedia

È una tragedia che lascia davvero l’amaro quella che si è consumata in centro a Castelfranco. A causarla con ogni probabilità una malattia silente e insidiosa come l’Alzheimer, che a poco a poco si è presa lei, che aveva 88 anni. Rendendo la vita insopportabile anche a lui, che l’accudiva ancora a 92 anni. Si chiamavano Enzo Manzini e Maria Capitati. Il dramma famigliare si è consumato nella palazzina in via Saietti 8, una laterale del centralissimo Corso Martiri. Enzo Manzini una volta era una figura famigliare a molti. Per tutta la vita ha lavorato come calzolaio a Modena, dove ha anche abitato prima di trasferirsi a Castelfranco in via Piccioli, dove ha vissuto per molti anni con la moglie, casalinga, e il figlio Paolo, oggi imprenditore con un negozio di elettronica. Una famiglia felice, la cui tranquillità è stata sconvolta negli ultimi anni dal dramma dell’Alzheimer, che ha colpito lei in forma sempre più grave. Sembra che il quadro sia molto peggiorato da due anni a questa parte, dopo il trasferimento in via Saietti in una zona della città nuova in cui lei non si riconosceva più, aumentando il suo decadimento nonostante le cure premurose di lui.

Gli amici sconvolti

«È incredibile che sia finita così. Era una coppia così gioiosa e piena di vita... Andavano a ballare insieme finché la salute l’ha permesso. La "Mariola" era così di cuore e spiritosa... Davvero stringe il cuore questa tragedia». Tra i tanti accorsi in strada vedendo l’arrivo di tanti carabinieri in via Saietti, c’è Giancarlo Governatori, 82 anni portati egregiamente, arrivato in bici assieme alla nipote Chiara. È giunto verso le 20, quando ha cominciato a spargersi la voce della tragedia. Lui sapeva che i suoi amici Enzo e Maria, o "Mariola", come la chiama lui, abitavano lì da tre anni. E ha avuto subito il terribile sospetto che si trattasse di loro. Prima che la coppia si trasferisse in via Saietti, abitava vicinissimo a lui, in via Piccioli, a circa 500 metri da lì. Sono rimasti lì tanti anni, ed era nata una profonda amicizia. La coppia si era trasferita perché lì abitavano al piano superiore e con il peggiorare della malattia di lei c’era bisogno di un piano terra, che hanno trovato appunto in via Saietti. Ma sono rimasti legati al vecchio posto: Enzo veniva ancora a buttare il pattume in via Piccioli, approfittandone per scambiare due chiacchiere con i vecchi amici. «L’ho visto l’ultima volta la settimana scorsa - racconta - gli ho chiesto come andava con la Maria e lui mi ha detto: "Sempre male", sconsolato. Hanno vissuto un dramma con il suo Alzheimer: soprattutto dopo il loro trasferimento, le condizioni di lei sono peggiorate in fretta. Adesso non usciva praticamente più di casa. Pensare che quando abitavano vicino a noi lei correva ad abbracciarmi quando mi vedeva. Era gioiosa, spiritosa, sempre pronta alla battuta. Piena di vita, per farla breve, nonostante l’avanzare degli anni. A tutti e due piaceva ballare, e uscivano tutte le volte che potevano. Poi lei dopo che sono andati via ha avuto questo declino: non so, forse l’abitare in un posto nuovo dove non aveva più conoscenti l’ha portata a ripiegarsi su se stessa, peggiorando le sue condizioni. Non voleva però una badante, e quindi gli teneva dietro sempre Enzo, in tutto. Forse è diventato un peso troppo grande e non ce l’ha più fatta. È terribile però che abbiano fatto questa fine, non se lo meritavano in nessun modo. Erano due persone buone e di cuore, gran brava gente come quelli di una volta».

I vicini di casa

C’è chi riferisce anche di condizioni di Enzo peggiorate negli ultimi tempi, anche per l’avanzare dell’età. Da un anno circa non guidava più la macchina dopo alcuni incidenti, per fortuna non gravi. Aveva perso un po’ di lucidità, comprensibilissimo a 92 anni, e gli era stato sconsigliato di guidare. Si muoveva quindi con una bici elettrica, con cui usciva tutte le mattine. Davide Roversi e Nicole Angelino sono una giovane coppia di ventenni che hanno deciso di prendere casa al secondo piano della palazzina di via Saietti. Stanno ancora traslocando, ma incrociavano Enzo, e sono rimasti increduli per l’accaduto: «Lui lo vedevamo spesso - raccontano - lei invece di rado. Ma sembravano una coppia tranquilla: spesso lasciavano aperta la finestra e non abbiamo mai sentito di urla o litigi. Non eravamo in casa quando è successa la tragedia: quando abbiamo saputo, siamo corsi a vedere increduli. Davvero, si fa fatica a credere che sia successo davvero, non avremmo mai pensato che fosse possibile. Soprattutto con una coppia di anziani così tranquilli».