Nessun indagato per il ragazzino annegato nel fiume
Non sembrano esserci responsabilità per la morte del 13enne Abdul Songne di Fiorano
FIORANO Non sembrano esserci indagati per la scomparsa di Abdul Madjoude Songne. Le circostanze del suo annegamento, a quanto trapela, paiono ascrivibili a una tragica fatalità legata al mancato rispetto del divieto di balneazione. In questa cornice, la salma verrà presto messa a disposizione dei famigliari, per l’ultimo saluto.
La tragedia
Sono gli ultimi sviluppi della tragedia che si è verificata sabato pomeriggio nel fiume Secchia, nel tratto in località “Fungo”, tra Castellarano e Tressano, sulla sponda reggiana. Un punto dove sono presenti diverse spiaggette naturali in cui tanti, soprattutto d’estate, vanno per rilassarsi e a volte anche per fare il bagno, nonostante i divieti di balneazione segnalati dai numerosi cartelli.
Li ha ignorati purtroppo anche Abdul, 13enne originario del Burkina Faso ma in Italia dal 2021, ora residente con la famiglia a Fiorano. Assieme ad altri tre amici italiani – due di Sassuolo e uno di Tressano – sabato verso le 15.30 sono arrivati lì in bicicletta e poi, nella bella giornata di sole, hanno pensato di fare il bagno. L’acqua inizialmente era profonda solo 50 centimetri, e sembrava tranquillizzante. Poi però il fiume crea delle anse profonde. I tre amici ce l’hanno fatta a riemergere e tornare a riva. Abdul purtroppo no. Da riva lo hanno chiamato disperati, ma niente. Era stato inghiottito dalle acque.
Le ricerche
È scattato subito l’allarme, che ha portato sul posto – insieme a carabinieri e 118 – tre squadre di vigili del fuoco di Reggio, con anche l’elicottero da Bologna e i sommozzatori specializzati. Da subito è stato chiaro che c’erano ben poche possibilità di trovare il ragazzino ancora in vita, ma si è tentato il tutto per tutto, in ore di ricerche che hanno tenuto con il fiato sospeso. Verso le 17.30 l’avvistamento che ha messo fine a ogni speranza: il corpo del 13enne è stato individuato a quattro metri di profondità, in una zona con acque torbide nei pressi del punto in cui si era immerso. Non c’era niente da fare, se non recuperarlo e portarlo a riva, davanti a suo padre in lacrime, arrivato da Fiorano. La salma è stata recuperata dalle onoranze di Giuseppe Gibellini di Sassuolo, e condotta nell’area di custodia presso il cimitero di Coviolo (Reggio), in attesa di un eventuale trasporto in Medicina legale a Modena.
Le indagini
Gli accertamenti però domenica 12 ottobre non erano ancora stati disposti e, a meno di colpi di scena, lunedì 13 ottobre la salma potrebbe essere messa a disposizione della famiglia per il funerale. Da quanto trapela, la Procura di Reggio Emilia sembra non aver ravvisato responsabilità, se non individuali, per l’accaduto. La causa della tragedia sarebbe il mancato rispetto dei divieti e l’imprudenza, ma Abdul l’ha già pagata con la sua giovanissima vita.
Come è annegato? Difficile stabilirlo, se non verrà fatta l’autopsia. Sicuramente l’acqua del Secchia, nonostante il sole, a ottobre è fredda, e può avergli causato un malore che gli ha impedito di nuotare e riemergere. Ma ci sono state anche senz’altro correnti che lo hanno spinto a fondo, e trattenuto lì per due ore. La tragedia probabilmente è stata dovuta a un mix dei due fattori.
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