Modena e le Zone rosse per la sicurezza: «Ecco cosa può succedere»
È il professor Francesco Diamanti, associato di Diritto penale dell’Unimore, a spiegare le basi giuridiche e il funzionamento di questo nuovo dispositivo: «Ci saranno più arresti, credo sia una misura necessaria ma pericolosa»
MODENA. «È innegabile che Modena necessiti una stretta sulla sicurezza. Aspettiamoci quindi più controlli, più arresti e più Daspo urbani. Ma attenzione: le zone rosse possono creare dinamiche discriminatorie». È il professor Francesco DiamLEGGIanti, associato di Diritto penale dell’Unimore, a spiegare le basi giuridiche e il funzionamento delle zone rosse, provvedimento che sarà emanato a breve dalla prefettura nelle aree “calde” della città. La decisione è stata presa nella riunione di lunedì al Comitato provinciale per l’ordine pubblico.
Professor Diamanti, cosa sono le zone rosse?
«La base giuridica è l’articolo 2 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tupls) che autorizza il prefetto a far fronte a situazioni emergenziali. Per sua natura le zone rosse sono quindi temporanee. L’obiettivo è di vietare l’accesso in determinate aree urbane a persone moleste, aggressive o in contrasto con la normativa sulla migrazione. In queste aree, quindi, si intensificano i controlli: se la persona mette in atto comportamenti potenzialmente pericolosi, o se dalla verifica delle generalità si accerta che ha precedenti penali, le forze dell’ordine possono allontanarlo dal luogo delimitato. Un potere che normalmente spetta all’autorità giudiziaria».
Che differenza c’è tra Daspo e allontanamento dalla zona rossa?
«Sono due provvedimenti diversi. Il primo è una misura di prevenzione che colpisce determinati soggetti e consente di allontanare da zone critiche chi bivacca e chi crea situazioni di pericolo. Questo provvedimento dura solitamente 48 ore ed è accompagnato da una sanzione amministrativa, e se violato raddoppia. Mentre la zona rossa è un provvedimento amministrativo di polizia che delimita determinate zone “calde”. In queste aree, quindi, è più semplice emanare Daspo urbani perché i controlli saranno più frequenti e capillari. Chi, nella zona rossa, viola l’allontanamento, se il fatto non costituisce un reato ancora più grave, rischia l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 206 euro».
Quali sono le potenziali criticità?
«Dobbiamo ancora vedere il testo del provvedimento ma immagino che sarà simile a quelli già emanati in altre città (Bologna, Reggio, Parma, Verona), e mi aspetto quindi che la misura sarà – e vuole essere – molto generale. Significa che le forze dell’ordine, potenzialmente, possono, in maniera arbitraria stabilire chi è “pericoloso” e chi non lo è. Come si fa a dire che una persona è da allontanare? La decisione spetta alle forze dell’ordine. Io non metto in dubbio l’operato degli agenti di polizia e dei militari dell’Arma, ma la disposizione dell’allontanamento sarà piuttosto arbitraria, provocando potenziali pratiche discriminatorie. La zona rossa è tuttavia una misura di emergenza, attuabile in casi di pericolo, e la prefettura faticherà a reiterarla, perché il Tar, in caso di ricorso, potrebbe impedirglielo, come già accaduto altrove».
Secondo lei funzionerà?
«Se il provvedimento non sarà supportato da un investimento di lungo periodo, come l’incremento delle forze dell’ordine, ho seri dubbi».