Incendio alla Nuova Neon: le indagini sulle cause e i rilievi sulla qualità dell’aria
Il materiale elettrico all’origine del disastro nell’azienda di San Dalmazio: doveva servire per le luci di Natale. Pompieri sul posto fino all’alba, dai primi monitoraggi di Arpae non emergono criticità
SERRAMAZZONI. È partito dal materiale elettrico stoccato in magazzino per realizzare le luminarie di Natale il terribile incendio che ha devastato sabato sera – 25 ottobre – la Nuova Neon di San Dalmazio, distruggendo un capannone. Ma è ancora mistero su come abbia fatto a prendere fuoco in quel modo.
L’emergenza
È un colpo durissimo per la ditta, conosciuta in tutto il nord Italia per le luminarie istallate nel periodo natalizio. Ma anche per allestimenti fieristici e showroom. L’incendio ha colpito proprio il magazzino – una struttura metallica in realtà – che custodiva le tante bobine di materiale elettrico e plastico che dovevano essere impiegate in questi giorni per realizzare le nuove decorazioni da istallare in tutta la provincia. E non solo, perché la Nuova Neon negli anni scorsi è stata chiamata anche in numerose altre località, da Genova a Rimini e Cesenatico, passando per Piemonte, Lombardia e Trentino. Era pronto per la lavorazione dunque un notevole quantitativo di materiale elettrico.
Dai primi accertamenti, pare che il fuoco sia partito da questo materiale, ma non è chiaro ancora il motivo. Al termine della giornata di lavoro era stato lasciato tutto in ordine, non c’erano state avvisaglie. Forse un problema in qualche batteria? Non si sa ancora, al momento si possono fare solo ipotesi, non ci sono certezze.
La dinamica
Una volta partite le prime fiamme, verso le 19.15, hanno attecchito velocemente in un magazzino dove erano presenti anche diversi bancali di pellet (alcuni caricati su un camion) che ha alimentato vigorosamente il fuoco, essendo un combustibile naturale. Le fiamme hanno poi raggiunto anche le mattonelle depositate all’esterno, impacchettate tra bancali in legno e teli di plastica, anch’essi estremamente infiammabili. E così in pochi istanti si è creato un inferno. Ci si è resi conto subito della portata dell’emergenza, ed è stato fondamentale l’intervento di alcuni agricoltori del posto, con le botti portate con i loro trattori.
L’intervento
I vigili del fuoco si sono attivati immediatamente con un dispiegamento di mezzi senza precedenti in provincia, negli ultimi tempi. La velocità e l’arrivo in massa dei mezzi sono stati determinanti per salvare il resto dell’azienda. Sul posto sono arrivati 14 camion, con altrettante squadre, da tutta la provincia e anche da fuori, vedi la gigantesca botte chilolitrica giunta da Parma, con 25mila litri d’acqua. È stato un intervento molto impegnativo: in neanche mezz’ora l’incendio era già in “flashover” la fase critica in cui tutte le superfici combustibili raggiungono la temperatura di accensione quasi contemporaneamente e il fuoco si propaga rapidamente a tutto il compartimento, con temperature altissime. Ad alimentare le fiamme poi anche il vento. Le operazioni di spegnimento si sono concluse verso le 3, ma i pompieri sono rimasti sul posto fino alle 6.30 per mettere in sicurezza e scongiurare riprese.
Il titolare e la solidarietà
Anche il titolare della ditta, Claudio Ferrari, si è mobilitato assieme a famigliari e dipendenti per tutta la notte con i muletti per cercare di salvare almeno una parte del materiale sul piazzale. Sul posto anche i carabinieri, che hanno dovuto chiudere la strada provinciale per Marano durante le operazioni, supportati dai volontari della Protezione civile di Serra (c’era anche Alberto Sghedoni, consigliere con delega al volontariato). In tanti da San Dalmazio, e non solo, sono venuti ieri mattina a vedere se potevano dare una mano, o anche solo confortare, di fronte a un disastro così.
I rilievi di Arpae
«L’incendio – specifica Arpae - ha coinvolto principalmente il materiale depositato all’interno di un capannone, sia sotto la tettoia attigua, sia su scaffalature presenti nel piazzale e costituito prevalentemente da carta, cartone, legno, materiale plastico ed elettrico. Arpae è stata allertata dai Vigili del fuoco alle ore 22.35 circa e, quando è giunta sul posto, l'incendio risultava già sotto controllo, anche se non completamente spento. Sul posto sono stati effettuati rilievi con strumentazione portatile a lettura diretta per l’accertamento dei principali contaminanti aerodispersi che si possono sviluppare nei casi di incendio (acido cloridrico, acido cianidrico, formaldeide, composti organici volatili) ottenendo valori complessivamente contenuti, considerato che la colonna di fumo si disperdeva verso l’alto. Da informazioni acquisite dal Servizio IdroMeteoClima di Arpae, e verificate in campo, i venti erano deboli e provenienti da sud-ovest: i fumi pertanto non interessavano la frazione di San Dalmazio. Terminati i rilievi e i primi sopralluoghi, l’incendio era in via di spegnimento, per cui non si è ritenuto necessario effettuare ulteriori monitoraggi: i Vigili del fuoco hanno poi confermato che intorno alle ore 3 circa il rogo è stato domato. Arpae proseguirà gli accertamenti e le verifiche finalizzate a seguire le operazioni di messa in sicurezza dell’area e di corretto smaltimento dei rifiuti generati dall’incendio», conclude l’agenzia.
