Gazzetta di Modena

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La tragedia

Schianto mortale contro un palazzo in piazza: «Paolo era un ragazzo tranquillo, siamo senza parole»

di Mattia Vernelli

	L'auto distrutta in piazza e la vittima, Paolo Colucci
L'auto distrutta in piazza e la vittima, Paolo Colucci

Colucci, che a dicembre avrebbe compiuto 43 anni, è la vittima del tragico incidente in piazza don Zucchi a Cavezzo: originario di Sassuolo, si era trasferito nella Bassa dopo il matrimonio e lavorava in un’azienda del Biomedicale a Mirandola. L’autopsia dovrà chiarire le cause della morte

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CAVEZZO. Si è schiantato contro il muro di un palazzo ad altissima velocità. Il boato si è sentito in tutto il centro storico. Pochi secondi dopo, tanti cittadini in piazza Don Zucchi a Cavezzo increduli per ciò che avevano davanti agli occhi: una Lancia Ypsilon ribaltata, il fumo che usciva dalla parte anteriore completamente distrutta, sulla parete i chiari segni dell’impatto. A bordo c’era Paolo Colucci, morto sul colpo. Avrebbe compiuto 43 anni a dicembre.

La ricostruzione

La tragedia è accaduta ieri intorno alle 14.30. Stando alle prime ricostruzioni, l’auto avrebbe iniziato la propria corsa all’altezza dell’ufficio postale. Lì, piede sull’acceleratore, Colucci ha percorso via Papazzoni, 400 metri in tutto, raggiungendo una velocità elevata. Poi si è schiantato contro l’edificio di proprietà della canonica in piazza Don Zucchi, davanti alla chiesa di Sant’Egidio. Uno schianto allucinante, un boato assordante. Così violento che l’auto si è capovolta. Immediata la chiamata ai soccorsi: sul posto sono arrivate un’ambulanza e un’automedica da Mirandola.

I soccorsi

I sanitari hanno trovato Colucci con la cintura di sicurezza allacciata. Troppo gravi, purtroppo, i traumi rimediati nell’impatto. Il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Inutile anche il tempestivo intervento dei vigili del fuoco che hanno estratto il corpo incastrato nelle lamiere. La parte anteriore dell’auto era completamente distrutta, la grande quantità di olio del motore cosparso ha reso necessario l’intervento di Sicurezza Ambiente per ripulire la piazza. I rilievi sono stati eseguiti dalla polizia locale, che sta indagando per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Gli accertamenti autoptici saranno fondamentali per capire se la perdita di controllo dell’auto sia stata causata da un malore. La salma si trova ora in Medicina Legale del Policlinico.

Ipotesi malore

«Direi che l’ipotesi di suicidio sia da escludere – afferma il sindaco Stefano Venturini –, reputo più plausibile un malore che possa aver colto il nostro concittadino. Mi stringo al cordoglio della famiglia, che è molto unita e nota in paese. È una grandissima tragedia che scuote la nostra comunità e lascia una ferita profonda».

Anche una parente della vittima afferma: «L’unica spiegazione è che sia stato colto da un malore mentre procedeva in auto. Escludo che si tratti di un gesto estremo, conoscendo bene Paolo. Era la persona più pacifica e tranquilla del mondo. Era buono, davvero meraviglioso. È una tragedia che ci lascia senza parole». Ripercorre i momenti successivi alla tragedia: «Sono torna a casa intorno alle 15 – spiega la famigliare –, una mia amica mi ha inviato una notizia trovata sul web. Pochi minuti dopo mio cugino mi ha citofonato. “È Paolo”, diceva. “L’uomo che si è schiantato in piazza è Paolo”. Non riuscivo a credere a quelle parole. Sono andata a vedere con i miei occhi. Era tutto vero».

Chi era Paolo Colucci

Un ritratto di Colucci: «Paolo era originario di Sassuolo – aggiunge la parente –, si era trasferito a Cavezzo quando ha sposato la moglie, circa 15 anni fa. Era laureato, lavorava nel biomedicale, in un’azienda a Mirandola. Aiutava anche i bambini e ragazzi con fragilità». La famiglia della moglie, proprietaria di un’attività commerciale, è molto conosciuta in paese.

Le testimonianze

Enorme lo sconcerto per la cittadinanza: tantissime persone sono corse in piazza per capire cosa fosse successo. Thomas Nurchis ha visto tutto dal balcone di casa: «Ha percorso questa strada in contromano a velocità inaudita. L’ho vista sfrecciare, e poi il rumore assordante dello schianto. Ho chiamato alle 14.26 l’ambulanza e sono sceso in piazza. Dall’auto usciva fumo, abbiamo temuto che esplodesse tutto». Anche Mirel Uku, proprietaria di “Mirel Hair Stile”. «Mi trovavo poco distante dalla piazza. Appena sentito il boato sono andata a vedere. Volevamo intervenire per provare a soccorrerlo. Ma la situazione è apparsa gravissima fin da subito. Abbiamo capito che era morto poco dopo. Siamo senza parole».